Come cucinare le lenticchie: proprietà, usi e ricette

Vi raccontiamo il mondo delle lenticchie: ci sono quelle giganti di Altamura e quelle piccole e saporite di Castelluccio di Norcia, diventate un mito e simbolo di rinascita dopo il terremoto del 2016. E poi quelle gialle, quelle rosse decorticate fino alle minuscole e nere. Con un po' di fantasia sono innumerevoli le ricette che si possono creare con questo legume antichissimo.

Tutte le varietà, e i colori, delle lenticchie

Ha la forma di un dischetto appiattito più o meno piccolo, la superficie liscia e di colore variabile: è la lenticchia, detta anche lente, seme di una pianta erbacea annuale, la Lens esculenta, della famiglia delle leguminose. E' il più antico legume coltivato e non si mangia solo a Capodanno accanto al cotechino, come vuole la tradizione che la considera un cibo portafortuna. Proprio in Italia, negli ultimi anni, il consumo di tutti i legumi sta registrando un trend di crescita, dovuto a una riscoperta delle proteine vegetali connessa a una maggiore consapevolezza salutistica.

Cucinare le lenticchie può dare molta soddisfazione anche perché ce ne sono di moltissime varietà; e se sono solo quattro le cultivar iscritte al Registro nazionale delle varietà (Elsa, Gaia, Itaca, Mirta), quelle che oggi vengono coltivate sul territorio nazionale sono delle tipologie (o meglio, ecotipi) che nel tempo si sono adattate all’ambiente locale, sviluppando caratteristiche peculiari. Abbiamo così lenticchie marroni, rosse, gialle, rosa, verdi e bionde. Molte di queste sono conosciute con il nome del luogo da cui provengono, come la rinomata lenticchia di Castelluccio di Norcia IGP, che vedremo più avanti in dettaglio.

C'è la lenticchia di Colfiorito, coltivata nell'omonimo altopiano, tra Umbria e Marche: di colore verdastro, con semi piccoli e teneri, è il simbolo della cucina regionale umbra ed è stata inserita nei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. La popolare e gigante lenticchia di Altamura IGP, prodotta nella Murgia pugliese, è la più grande per dimensioni e ha semi color verde scuro; è diventata sempre più diffusa commercialmente negli anni '30 del '900 con esportazioni all'estero. Dopo il declino della sua produzione negli anni '70 ha vissuto un momento di riscoperta, tanto da ottenere nel 2017 il riconoscimento della IGP (Indicazione Geografica Protetta). La lenticchia di Villalba (paese in provincia Caltanissetta) cresce invece in Sicilia: detta anche lenticchia bionda, ha semi grandi e verdi. Quella di Onano, nell'Alto Viterbese, detta lenticchia dei papi, di colore marrone chiaro e striato, appartiene a una zona limitata tra il Monte Amiata e il lago di Bolsena. La lenticchia di Ustica, presidio Slow Food, è tra le più piccole e saporite. marrone scuro, proprio per via del terreno vulcanico dell'isoletta siciliana.

Il ventaglio delle varietà continua con quelle nere di Leonforte, nell'entroterra siciliano dei Monti Erei, in provincia di Enna e con quelle di Capracotta nell'Alto Molise, chiamate miccole. E poi ci sono quelle rosse, definite le egiziane, spesso decorticate, cioè senza buccia.

La lenticchia di Castelluccio di Norcia, la più pregiata

Chiamata Lénta dagli abitanti del posto, ha ottenuto il riconoscimento IGP dall'UE nel 1997; è senza dubbio un prodotto di nicchia: la lenticchia di Castelluccio di Norcia viene coltivata a 1500 metri sul livello del mare, sull'omonimo e incotaminato altopiano (il più esteso è il cosiddetto Pian Grande). Si tratta di un bacino chiuso di 20 km quadrati, nella frazione in provincia di Perugia, inserita nella zona meridionale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Ed è quell'altopiano, al confine tra Umbria e Marche, che ogni anno, tra la fine di giugno e i primi di luglio, durante la spettacolare Festa della Fioritura della lenticchia, si trasforma in un manto ricoperto di giallo senape, rosso papavero e violetto fiordaliso, i colori delle specie infestanti che crescono spontaneamente tra le lenticchie. "Un'emozione di fronte a un panorama unico che si rinnova ogni estate, un fenomeno naturale che mi toglie il fiato", ci dice Benedetta Coccia, socia della Cooperativa della Lenticchia di Castelluccio di Norcia nata nel 1994 per volere di suo padre e suo zio Sante Coccia. Le fa eco Nello Perla, coltivatore da generazioni e presidente di un'altra Cooperativa della Lenticchia di Castelluccio, nata nel 1960 e che oggi, dopo una scissione, raccoglie 13 produttori: "La lenticchia è il nostro oro, che ogni anno, anche se la produzione è limitata, ci dà grande soddisfazione". Il metodo di semina è biologico per tradizione, nel pieno rispetto ambientale: "Coltiviamo su terreni non irrigati, alternati a vari tipi di cereali come farro e orzo, lavorati con un'aratura non molto profonda in fase di pre-semina", continua il signor Perla, che racconta come,  prima della trebbiatura, che anticipa la tradizionale Festa contadina di fine stagione, la lenticchia venga sottoposta a una particolare asciugatura, detta lenta, in mucchietti ravvicinati.

Caratteristiche peculiari della lenticchia di Castelluccio? "Sono l'alta resistenza al freddo, e quindi ai parassiti, grazie al suo breve ciclo biologico, che va da fine Aprile (semina), appena il manto nevoso è completamente disciolto, a inizio agosto (raccolta), poi semi piccolissimi (circa 2 millimetri), gusto spiccato e colore screziato, dal verdognolo al marroncino chiaro". Il modo migliore per mangiarla? "Condita con sedano, olio, prezzemolo, uno spicchio d’aglio, sale", confermano sia Coccia che Perla. E per riconoscere che sia autentica? Guardate l’etichetta, infatti la lenticchia di Castelluccio non può essere venduta sfusa e spesso i semi sono spezzati proprio perché la trebbiattura avviene dopo l'asciugatura.

Lo spettacolo della fioritura della lenticchia di Castelluccio di Norcia.

Lenticchia, simbolo di resilienza, oltre che di salute

Per Benedetta Coccia, norcina classe 1992, la lenticchia è simbolo di salute ma soprattutto simbolo di ripresa e di resilienza, quella che ha affrontato personalmente. Il 30 ottobre 2016, infatti, l'indimenticabile terremoto ha devastato la sua Norcia, il borgo della Valnerina famoso in tutto il mondo proprio per le lenticchie. "Il sisma ci ha colpiti nella notte del mio compleanno - ci racconta. Dopo un iniziale grande smarrimento, e una fuga a San Benedetto del Tronto, sono tornata a casa e nel giro di un anno ho fondato la mia azienda di prodotti tipici". Oggi Benedetta porta avanti il suo marchio, che ha nel logo quell'indelebile data - 301016 - e produce la lenticchia in confezioni molto curate, anche in versione gourmet come la mousse da spalmare sulle bruschette.

Dove si coltivano le lenticchie

La pianta della lenticchia, di altezza massima attorno ai 40 - 50cm, ha foglie composte e alterne, fiori piccoli e bianchi con striature rosate o azzurre. Il frutto è un piccolo baccello appiattito, contenente da uno a due semi, di colore e dimensione variabile a seconda della varietà coltivata. Non è molto esigente e si adatta con facilità all'ambiente: preferisce un clima temperato-fresco, resiste bene al freddo, anche se rigide temperature improvvise possono causarle danni, e tollera situazioni di caldo estremo.

Oggi la lenticchia viene coltivata un po’ in tutto il mondo, con una superficie di circa 3,2 milioni di ettari e una conseguente produzione di circa 3 milioni di tonnellate. In Italia ci fermiamo a circa 3.000 ettari pari 1.140 tonnellate (pari allo 0,03% della produzione mondiale), localizzati in collina e montagna, per lo più in Sicilia, seguita da Calabria, Umbria e Lazio. Alle nostre latitudini la lenticchia viene coltivata, salvo eccezioni come quella di Castelluccio, in autunno, tra fine ottobre e primi di novembre, per essere raccolta in estate.

La produzione italiana è insufficiente a coprire il fabbisogno nazionale, tanto che si stima che circa il 90% delle lenticchie consumate siano di origine straniera, benché agli inizi del 1900 l'Italia fosse il maggior paese produttore di lenticchia del bacino mediterraneo. Importiamo circa 20 mila tonnellate di semi di lenticchia all'anno. I paesi maggiori produttori sono Turchia (per più del 60%), India, Canada e USA, seguiti da Marocco ed Etiopia. In Europa la lenticchia è coltivata in Spagna, Francia e Bulgaria.

Tuttavia in Italia la lenticchia è una coltura di antica tradizione nel centro-sud e nelle isole con un ruolo importante per lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile, come si sottolinea nell'interessante monografia "Cece e Lenticchia" (della collana Edagricole “Tecnica & Pratica”), in quanto arricchisce il terreno di azoto, è fonte di proteine a basso costo per il bestiame, oltre che per l'uomo e valorizza aree marginali. Inoltre nella rotazione, le leguminose occupano il posto delle colture da rinnovo, migliorando la fertilità del terreno, e sono adatte a condizioni di aridità.

La fioritura della lenticchia a Castelluccio di Norcia.

Proprietà nutrizionali

Quando di carne in circolazione ce n’era ben poca, erano definite la bistecca dei poveri, per il basso costo e la facile reperibilità. Le lenticchie vantano infatti un elevato potere nutritivo, sono digeribili, sazianti e rappresentano un'ottima fonte di carboidrati, proteine vegetali, fibre, ferro e magnesio. Si tratta quindi di un alimento di cui è fortemente consigliato il consumo: privo di grassi, glutine e colesterolo, ricco di vitamina B, apporta un'ottima quantità di sali minerali ben assimilabili specie quando associati a un cereale, come la pasta.

Grazie alle loro caratteristiche nutritive sono particolarmente adatte a stili di alimentazione vegetariana e vegana, in quanto fonti proteiche vegetali alternative alla carne. 

Hanno numerosi benefici per la salute: aiutano a contenere il livello di colesterolo e dell'indice gicemico, migliorano il tono muscolare ed energetico e ricerche hanno dimostrato il loro ruolo attivo nella prevenzione del cancro al colon. Unico neo: sono sconsigliate a chi soffre di gotta, ulcera, colite e vanno consumate sempre cotte. E meglio non abusarne però, perché le lenticchie sono molto caloriche: 100 grammi apportano 291 kcal.

La semina a mano della lenticchia di Castelluccio di Norcia, Perugia, Umbria.

Come scegliere e conservare le lenticchie

Quando si acquistano i legumi secchi è bene controllare che il prodotto non sia contaminato da parassiti, facendo attenzione alla superficie che deve essere priva di fori. Controllate l'origine e la data di raccolta e abbiate cura di consumare il prodotto entro un anno. Se avete poco tempo, optate per le confezioni di lenticchie decorticate, che non necessitano di ammollo. Nel caso di semi germogliati devono essere di colore vivo e sodi, stesse caratteristiche da ricercare nei semi secchi o freschi.

Se acquistate lenticchie lessate in scatola controllate che il contenitore non presenti rigonfiamenti o ammaccature. Pratiche alleate quando il tempo per l'ammollo non c'è, preferite quelle che contengono come ingredienti di conservazione solo l'acqua di cottura e il sale e sciacquatele bene prima di consumarle. Quelle secche o in scatola si trovano tutto l'anno, mentre le lenticchie fresche si trovano solamente nel periodo estivo.

Come per altri legumi vale la regola di conservazione lontano dall'umidità, e, se sono sfuse, chiudete le lenticchie in un contenitore di vetro, in un luogo fresco, asciutto e buio.

Sacco di lenticchie di Castelluccio di Norcia appena trebbiate.

Come consumare le lenticchie

Ammollo sì o no prima della cottura? I pareri sono discordanti: c'è chi sostiene che le lenticche, ad esclusione di quelle decorticate, vadano tenute in ammollo da 4 a 12 ore in acqua tiepida, eventualmente addizionata con del bicarbonato di sodio, e poi ben risciacquate. Anche se il semplice ammollo causa la perdita di sostanze nutritive. In realtà, solo le lenticchie a buccia spessa devono essere tenute in ammollo prima di essere cucinate per un tempo di cottura che varia a seconda della varietà. Il sale si aggiunge a fine cottura.

Molto versatili, le lenticchie si prestano come ingrediente per antipasti, zuppe, minestre, primi e contorni. Consumate calde o tiepide, generalmente lessate, finiscono anche in vellutate, stufati e perfino risotti, ma possono essere utilizzate anche per preparare nutrienti polpettine vegetariane e condimenti, come il ragù, alternativa vegana a quello classico di carne. Da fare con le lenticchie verdi piccole, tipo quelle di Castelluccio.

Sappiate che i germogli di lenticchia non sono da trascurare per il loro alto valore nutrizionale e si possono ottenere anche a casa: infatti dopo un ammollo di circa 12 ore le lenticchie germogliano nell'arco di due-cinque giorni poste in un'apposita vaschetta o germogliatore. I germogli vanno conservati in frigorifero e consumati, prima che spuntino le foglie, crudi in insalate o bruschette o leggermente cotti a vapore. C'è poi la farina di lenticchie, ricavata dalla macinatura dei semi maturi ed essiccati ma non decorticati, di solito miscelata a farine di frumento per una corretta lievitazione.

Ragù di lenticchie. Scopri la ricetta.

Gli abbinamenti

Il piatto più celebre? Cotechino (o zampone) e lenticchie, immancabile sulla tavola del cenone di San Silvestro. Ma non è finita qui, anzi. Le ricette sono varie e gustose. Le lenticchie in umido, insaporite a piacere con spezie o erbe aromatiche, sono un ottimo contorno per salsiccesecondi piatti a base di carne di maiale. La pasta con le lenticchie è una pietanza di derivazione popolare, tradizionale nel nostro Paese soprattutto al Centro e al Sud. Popolare nella cucina indiana come contorno vegano, facile e veloce da preparare, provate il dahl di lenticchie: pronto in 20 minuti, un concentrato di salute grazie alle proteine vegetali e i benefici della curcuma e del curry, un ottimo accompagnamento per un piatto di pesce o carne.
Dahl di lenticchie. Scopri la ricetta.

Curiosità

PORTAFORTUNA - Le lenticchie portano soldi. Pare che la tradizione derivi dal fatto che la loro forma ricordi delle monetine; un tempo era consuetudine regalare un borsellino pieno di questi legumi proprio il 31 dicembre, con l’augurio che si trasformassero in denaro.

LE PIU' ANTICHE - Le lenticchie sono una delle piante agricole più antiche che l’uomo abbia conosciuto, tanto che alcuni studi le fanno risalire addirittura al 7000 a.C. La loro culla di origine viene identificata in quella zona compresa fra la Siria e l’Iraq che un tempo veniva definita mezzaluna fertile. Da lì si sono diffuse nel bacino del Mediterraneo, conquistando le tavole e i palati di Greci e Romani.

SIMBOLO DI RICOMPENSA - Se ne trovano tracce anche nella Bibbia, in particolare nel libro della Genesi: è famoso l’episodio in cui Esaù, tornato stanco dal lavoro dei campi, vende la sua primogenitura al fratello Giacobbe in cambio di un piatto di lenticchie.

VERSIONE ORNAMENTALE - Esiste anche la Lemna minor, la lenticchia d’acqua, appartenente alla famiglia delle Lemnacee, usata solo come pianta acquatica ornamentale galleggiante per acquari e laghetti.

LA RISCOSSA ANCHE POLITICA - A fronte di una riscoperta dei legumi in Italia, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha inserito le leguminose nelle proprie linee programmatiche con l'obiettivo di ridurre la dipendenza dall'estero in termini di approvigionamento e ridurre l'inquinamento di nitrati nelle regione del bacino del fiume Po grazie a rotazioni colturali con cereali e azotofissatrici

IL LIBRO IRONICO - "Lenticchie alla julienne. Vita, ricette e show cooking dello chef Alain Tonné, forse il più grande" è un volumetto divertente in cui l'autore e attore Antonio Albanese sbeffeggia con maestria i tic, le mode e le stranezze di una certa alta cucina, che forse si prende troppo sul serio.

Le ricette del Cucchiaio d'Argento con le lenticchie

Abbiamo cucinato le lenticchie in tantissimi modi. Provate le gustose ricette de Il Cucchiaio d'Argento che vi presentiamo nella gallery.
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Tanti piatti gustosi da provare.
Minestra di lenticchie
La minestra di lenticchie, realizzata in questa ricetta con le pregiate lenticchie di Castelluccio da Norcia, è un primo piatto gustoso e nutriente.
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Lenticchie allo zenzero fresco
Le lenticchie allo zenzero fresco sono la ricetta di un contorno molto facile e piuttosto veloce da preparare. Adatte ad ogni occasione e sfiziose nel sapore, le lenticchie così preparate sono un ottimo accompagnamento a secondi di pesce o di carne o a del riso bianco, per un'alternativa vegetariana.
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Vellutata di lenticchie
Lenticchie rosse e verdi si uniscono agli odori in un piatto morbido, caldo e perfetto per le fredde sere invernali.
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Cotechino e Lenticchie
La ricetta del cotechino con le lenticchie è facilissima, richiede solo un po’ di tempo per la cottura del cotechino, se si sceglie il cotechino fresco e non precotto. Abbinare il cotechino alle lenticchie per il cenone di Capodanno va da sé, sono legumi molto semplici da preparare e sono un irrinunciabile ‘portafortuna’ per il nuovo anno.
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Lenticchie in umido con il Bimby
Una ricetta tipica che non può mancare nei menu dei giorni di festa, le lenticchie in umido con il Bimby sono un contorno gustoso che diventa anche super veloce e semplice da preparare.
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Penne con lenticchie e ragù di verdure
Ottima alternativa al tradizionale piatto di pasta al ragù. È una pietanza totalmente vegetariana e la combinazione di sapori, consistenze e profumi la rendono un sicuro successo su ogni tavola, in famiglia o a cena tra amici.
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Minestra di lenticchie e funghi
La minestra di lenticchie e funghi si prepara velocemente, le lenticchie non hanno bisogno di un lungo ammollo e insieme ai funghi cardoncelli della Murgia pugliese, si ottiene un primo piatto sano, leggero e dal sapore unico!
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Zuppa di lenticchie verdi, zenzero e curcuma
Una zuppa che è un delizioso primo piatto. Una ricetta vegana facile da preparare, gustosa e nutriente. Ricca di spezie, è un concentrato di benessere e bontà.
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Maltagliati pasticciati con ragù di lenticchie
Un comfort food, ovvero cibo che coccola. Conquista con il suo mix appagante di consistenze. Perfetta anche per chi è meno esperto in cucina.
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Fusillotti con zucca, lenticchie e prosciutto croccante
Una ricetta facile per un piatto di pasta gustoso e creativo.
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