Continua il nostro viaggio attraverso le diete e i regimi alimentari con la cronodieta, basata principalmente sul momento della giornata in cui i cibi vengono assunti. Il punto di partenza è la cronobiologia, la disciplina che indaga i ritmi del nostro organismo, quelli che molto frequentemente vengono chiamati circadiani. Si tratta di ritmi basati sulla durata del giorno, durante il quale il nostro organismo subisce delle variazioni più o meno regolari, sulla base di un complesso orologio interno, influenzato dalla durata del giorno e della notte ma anche da altri fattori come la temperatura, la luce solare oltre che stimoli di natura sociale.
Su questa base si innesta anche la capacità del nostro organismo di assorbire i cibi o di trasformarli in energia. Ed è attorno a questo concetto che il medico italiano Mauro Todisco ha basato la sua teoria, che ha dato origine alla cronodieta. Perché durante il giorno il corpo produce ormoni diversi a seconda dell'orario che prendiamo in considerazione. La cronodieta prende in considerazione 4 ormoni diversi: il GH, l'ormone della crescita, il cortisolo, l'insulina e il glucacone, tutti in grado in un modo o nell'altro di influenzare la nostra capacità di utilizzare il cibo e di trasformarlo in energia, accumuli di grasso o muscoli.
Sulla base del ritmo di produzione ormonale la cronodieta consiglia di suddividere gli alimenti a seconda del momento della giornata. Al mattino e nel primo pomeriggio secondo il modello di Todisco, è meglio assumere carboidrati per stimolare l'azione del cortisolo in contrasto con quella dell'insulina: in questo modo le calorie verrebbero bruciate più in fretta. Il momento è favorevole anche perché l'organismo si trova ad affrontare un elevato consumo di energia. La sera invece meglio consumare alimenti a base proteica, più facilmente digeribili e meglio adatti al momento della giornata in cui è massima la produzione di GH, che contribuisce a ridurre i grassi corporei e stimola l'utilizzo delle proteine per aumentare la massa muscolare.
Seguire questo regime alimentare contribuirebbe al dimagrimento, ma sono in molti a dubitare dalla sua efficacia. Gli scettici dicono infatti che le differenze a livello ormonale non sono quantitativamente significative, o per lo meno non sono sufficienti a giustificare la perdita di peso associata al ritmo alimentare. Appare loro più plausibile che il fatto di legare la dieta a momenti ben precisi della giornata riduca l'appetibilità dei cibi, con una conseguente riduzione della quantità ingerita.
Immagine: Sergio Freire