Gli amanti del rito dello spaghetto di mezzanotte aglio, olio, peperoncino con gli amici possono gioire: potrebbe essere un ottimo elisir di lunga vita. Merito del peperoncino e di tutte spezie piccanti in generale, secondo i ricercatori dell'Università della California, che lo hanno messo nero su bianco in uno
studio coordinato da Andrew Dillin e pubblicato sulla rivista Cell.
L'elemento chiave sarebbe la capsaicina, una sostanza contenuta nelle spezie piccanti, che oltre a causare il tipico bruciore in bocca, è in grado di agire a livello del metabolismo bloccando la trasmissione del dolore nel nostro corpo. L'ipotesi da cui sono partiti i ricercatori è stata infatti quella che il dolore non sia solo una conseguenza di una malattia, ma sia esso stesso una causa di degradazione di cellule e tessuti. Il dolore, insomma, potrebbe contribuire ad accorciare la vita umana.
I test sono stati eseguiti su topi, andando ad inibire il Trpv1, un recettore del dolore. Il risultato è stato una durata media della vita del 14% superiore rispetto al campione di controllo, oltre che un metabolismo più efficiente. Lo stesso effetto si potrebbe replicare nel corpo umano assumendo regolarmente cibi piccanti ricchi di capsaicina, secondo Dillin. Unico avvertimento: meglio evitare gli economici peperoncini provenienti dal Vietnam. Uno studio della Coldiretti, che ha rielaborato i dati
EFSA, lo ha infatti incoronato come prodotto più contaminato dell'anno, con ben il 61,5% di campioni con un residuo di fitofarmaci superiori ai limiti di legge.