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Un indicatore indiretto dell'aumento delle temperature si trova nei menu di pesce. I ricercatori hanno analizzato i piatti di pesce a disposizione a Vancouver dal 1800 a oggi, scoprendo che nel tempo sono aumentate le specie marine che preferiscono acque più calde.
Gli scienziati possono ricostruire il clima del passato da una varietà di indicatori, ma fino a oggi nessuno aveva pensato ai menu dei ristoranti di pesce. L’idea è di due ricercatori dell’Università della British Columbia a Vancouver, Canada, che hanno analizzato centinaia di menu per capire se, e come, cambiavano nel tempo le specie offerte agli avventori con l’aumento della temperatura.
L’idea è semplice. Quello che troviamo nei menu di una località dipende da una varietà di fattori: i gusti delle persone, le mode (passeggere o meno), la stagione. Ma se parliamo di piatti di mare, in genere, ci si concentra sul pescato locale, a “chilometro zero”. Le specie pescate cambiano nel tempo, per esempio perché alcune sono sottoposte a una pesca eccessiva e scompaiono, ma anche perché si spostano quando le condizioni ambientali cambiano. Se l’acqua diventa più calda, come sta succedendo, ci aspettiamo l’arrivo di nuove specie e la diminuzione di alcune di quelle tipiche. Così i due ricercatori si sono messi alla ricerca di menu. Più erano vecchi, più erano difficili da trovare, ma alla fine ne hanno scovati centinaia, sia a Vancouver sia in altre città, come Anchorage (Alaska) e Los Angeles (California). Identificate le specie, hanno elaborato un indice chiamato Mean Temperature of Restaurant Seafood (MTRS), che riflette la temperatura media preferita dalle specie trovate sui menu in un certo intervallo di tempo.
In tutte le località l’indice MTRS è aumentato da fine Ottocento a oggi, ma la variazione più significativa è quella delle acque di Vancouver. Tra il 1888–1960 era circa 10 gradi, ma oggi è quasi 14 gradi. Insomma, pare che il cambiamento climatico si vede davvero nel menu, ma cosa significa in concreto? Per esempio che a Vancouver, prima degli anni ‘90, non si mangiava il calamaro di Humboldt, una specie invasiva, benché squisita, che ha cominciato a spingersi a nord anche grazie al riscaldamento del mare. Il salmone Sockeye, invece, potrebbe presto scomparire dai menu, perché le acque di Vancouver sono troppo calde per questa specie. Ci sono già i primi segni di questa transizione.
Secondo il Dr William Cheung, che ha firmato lo studio col collega John-Paul Ng: “Il cambiamento climatico sta già colpendo ognuno di noi, non solo i pescatori che catturano il pesce, ma anche le persone che vanno al ristorante a mangiarlo“
I menu dei ristoranti di pesce di certo non sono stati pensati per ricostruire il cambiamento dell’ecosistema marino, e hanno tutti i limiti degli strumenti indiretti (per esempio, i menu non dicono se un certo pesce e mollusco è stato, in realtà, pescato altrove). Nonostante questo hanno molti vantaggi, per esempio sono stampati in grande quantità e ovunque, quindi è possibile trovare, e questo studio lo dimostra, anche quelli di epoche passate. Forse allora dovremmo provare a usare altre fonti indirette per completare le nostre conoscenze. Per esempio potremmo considerare i libri di cucina, i ricettari, e persino i dipinti, scrivono gli autori.
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