Reducetariani, vegetariani, vegani: le 8 diete alternative più diffuse
In occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, ecco quali sono e le linee guida e le filosofie da conoscere per seguire correttamente 8 regimi alimentari sani per noi e per l'ambiente
Sono diverse fra loro, ma soprattutto diverse rispetto a quella seguita più comunemente dalla maggior parte delle persone, che non è la dieta carnivora, come erroneamente si crede (quella va giusto bene per tigri e leoni e simili), ma quella onnivora, cioè in cui si mangia più o meno tutto. Compresa la carne, ma non esclusivamente la carne. È da questo alimento che si parte per capire, conoscere e magari provare gli altri regimi alimentari, perché è da questo alimento che ci si allontana, più o meno intensamente.
Di seguito, ecco alcune delle diete plant-based più diffuse, di crescente livello di “difficoltà” (per l’impegno richiesto): nascono tutte da necessità alimentari o legate alla salute della persona che le adotta, ma alcune hanno anche una base etica o filosofica che è necessario capire e fare propria perché possano essere seguite con efficacia.
Reducetariana
La riduzione indicata dal nome riguarda la carne bianca e rossa e (in misura minore) il pesce: l’idea dell’americano Brian Kateman, che l’ha inventata intorno al 2014, è che sia parecchio difficile interromperne di colpo il consumo e che “non dobbiamo farci prendere dall’ansia di essere perfetti”. Non subito, almeno. Quindi: ridurre i giorni della settimana in cui si mangia carne, scegliere un giorno specifico in cui si esclude qualsiasi prodotto di derivazione animale e in generale ridurre le porzioni e le dimensioni di hamburger e bistecche.
Flexitariana
Simile alla precedente, dunque con prevalenza di prodotti vegetali, ma con più attenzione alle proporzioni e alla presenza di alimenti di derivazione animale (che non dovrebbero superare il 20% di quello che si mangia) e alla loro provenienza: l’idea è quella di concedersi più cibo di stagione e in arrivo dal territorio in cui ci si trova, anche per ridurre l’impatto ambientale della sua produzione.
Vegetariana
È la più nota fra le diete a base vegetale, ma in realtà è un gruppo di diete che hanno differenze anche importanti fra loro: in linea generale, si mangia qualsiasi tipo di frutta e verdura, mai la carne e comunque mai alimenti che derivino dall’uccisione degli animali.
Latte-ovo-vegetariana
È la più diffusa fra le diete vegetariane ed è anche una delle più facili da seguire: sì a qualsiasi tipo di frutta e verdura, no alla carne e al pesce e però sì a latte e latticini e uova (ma non di pesce, perché per ottenerle è necessario uccidere l’animale); la variante latto-vegetariana esclude le uova, come si capisce dal nome.
Fish-vegetarian o pescetariana
Un altro regime alimentare piuttosto semplice da provare: sì a qualsiasi tipo di frutta e verdura, no alla carne e però sì al pesce (ma solo pescato, non di allevamento) e a latte e latticini e uova.
Crudista
Non si mangia nulla che sia stato cucinato a temperature oltre i 42 gradi. Ce ne sono di due tipi, vegana e non vegana: la prima concede solo cibi di origine vegetale, comprese frutta, noci, semi, cereali e legumi germogliati; nella seconda variante, sì anche a latticini (non pastorizzati, però) e carne e pesce. Crudi, chiaramente.
Vegana
Più che una dieta, una filosofia di vita: prevede non solo che non venga consumato alcun alimento di origine animale (banalmente, la carne e il pesce, ma pure le uova, il latte e tutti i suoi derivati, il miele), ma anche che non vengano usati capi di abbigliamento di derivazione animale e (a titolo di esempio) non si partecipi a manifestazioni ed eventi o non si assista a spettacoli in cui gli animali vengono in qualsiasi modo usati o sfruttati. Le proteine non più assunte con la carne vengono solitamente rimpiazzate con quelle contenute in legumi, cereali e frutta secca.
Fruttariana
Emanuele Capone si è formato professionalmente nella redazione di Quattroruote, dove ha lavorato per 10 anni. Nel 2006 è tornato nella sua Genova, è nella redazione Web del Secolo XIX e scrive di alimentazione, tecnologia, mobilità e cultura pop.
Illustrazione di Davide Abbati.