Questo Damian Princic, vino pregiato, che ho avuto la fortuna di dover assaggiare e abbinare, la sera dell’arrivo è capitato oltre che nel mio anche nel bicchiere dei miei commensali, perché va bene studiarsi naso e salatura, ma una bottiglia va pur condivisa! Ebbene, mentre io lo sorseggiavo scovandovi il miele e il nervo secco, Diana, che il vino lo conosce e lo ama come si ama un uomo, ma nonostante l’inarrivabile altezza di centottantadue centimetri è veramente una mezza bambina, ha avuto l’intuizione di sentirci il mais. Ma non il mais comune: quello al formaggio, tostato e fritto, che nella sua versione industriale a forma di saetta è assai famoso. Io devo dirlo, credo proprio che abbia ragione.
Ho avuto una seconda bottiglia per controllare che non si trattasse della suggestione, come per certe allucinazioni di gruppo: aveva davvero ragione. Il vino è stupendo, con tratti immediati e profumati, che però si aprono in larghezza, costruendo un vuoto rotondo pieno di attese, che va colmato per contrappunto con qualcosa di forma e sapore altrettanto rotondo, che abbia miele, lavanda, sale a fior di pelle, una certa stagionatura pungente.
Disponete in un piatto l’uovo sbattuto con un pizzico di sale, e in un altro la farina di granturco (circa 1 bicchiere). Prendete quindi la pasta di formaggio e, con le mani inumidite, formate delle polpette della dimensione di olive ascolane. Passatele nella farina di mais, poi nell’uovo, ed infine di nuovo nella farina di mais.
Friggete le boule di formaggio in abbondante olio di semi ben caldo, avendo cura di scolarle con delicatezza su un foglio di carta assorbente appena si indorano: proseguendo nella cottura rischierebbero di spaccarsi. Disponete le boule ben calde nel piatto, versatevi il miele a filo e profumate con i fiori della lavanda che avevate tenuto da parte. Solo all’ultimo aggiungete una macinata di sale marino integrale.