Come cucinare gli asparagi: proprietà, usi e ricette

Vi raccontiamo come utilizzare in cucina uno degli ortaggi tipici della primavera. Pregiato e molto diffuso in Italia dove se ne coltivano delle eccellenze, quando portato in tavola diventa subito protagonista.

Primavera, tempo di asparagi! Non è un'affermazione retorica, ma un dato di fatto. Questo ortaggio pregiato e prelibato è una vera icona di stagione in quanto tipico dei mesi che vanno da marzo a giugno: difficile trovarlo prima e dopo. Approfittiamone adesso, quindi, senza remore. Perché oltre a essere buono, è anche ricco di proprietà benefiche per l'organismo e molto versatile in cucina. Primi piatti di pasta, lasagne, vellutate, ma anche antipasti e contorni: quando si alza il sipario sull'asparago, ecco che diventa protagonista di ricette colorate, gustose e anche creative. Seguiteci in questo tour alla scoperta degli asparagi!
Un mazzetto di asparagi verdi.

Verde, bianco e violetto: i colori degli asparagi

L'asparago è una pianta che appartiene alla famiglia delle Liliaceae: del genere Asparagus ne esistono circa 150 specie diverse. Quella coltivata (e adatta quindi a essere mangiata) è denominata Asparagus officinalis: la parte commestibile è il germoglio, detto anche turione, che comprende stelo e punta. Le varietà di asparagi coltivati più diffuse e commercializzate in Italia sono tre, che si possono riconoscere in altrettante differenti gradazioni di colore: verde, bianco e violetto. La diversità della nuance si deve al metodo di coltivazione.

Asparago verde: il colore è dovuto a un'accentuata presenza di clorofilla, in quanto questo ortaggio cresce in superficie, fuori dal terreno, a contatto con la luce solare. Questa tipologia è la più diffusa, ed è quella in cui si distingue maggiormente il caratteristico gusto erbaceo dell'ortaggio. Un'eccellenza è rappresentata dall'asparago d'Altedo IGP, in Emilia Romagna (vicino a Bologna). Essendo un prodotto di Indicazione Geografica Protetta questi asparagi devono avere determinate caratteristiche organolettiche, certificate da un disciplinare.

Asparago bianco: la colorazione bianca è data dal fatto che questa varietà viene coltivata sotto terra. Restando completamente al buio, il turione non assorbe la luce del sole e quindi non può avere luogo la fotosintesi clorofilliana. Il sapore di questo asparago risulta così più delicato rispetto a quello verde. Si tratta di una varietà che si coltiva e consuma soprattutto in Veneto, già dai tempi della Serenissima. Particolarità del terreno e microclima, fanno sì che nella pratica ogni provincia veneta, da Vicenza a Treviso, abbia una tipologia locale di asparago. Ne possiamo individuare tre particolarmente pregiate, due IGP e una DOC: l'asparago bianco di Cimadolmo IGP, diffuso nel trevigiano, sulla riva sinistra del Piave, (caratterizzato da un terreno alluvionale a causa delle esondazioni del fiume) che non ha nessuna sfumatura di colore ed è completamente bianco; l'asparago bianco di Badoere IGP (che è anche verde, sempre con la certificazione IGP), delle province di Treviso, Padova e Venezia, si presenta con una colorazione bianco rosata e un sapore dolce e aromatico. Infine l'asparago bianco di Bassano DOP, nel vicentino, è l'unico ad avere la Denominazione di Origine Protetta. Secondo il disciplinare dev'essere di "colore bianco, avere una lunghezza tra i 18 e i 22 centimetri e un diametro centrale minimo di 11 mm, turioni ben formati, dritti, interi con apice serrato, teneri e non legnosi, di aspetto e odore freschi".

Un mazzetto di asparagi bianchi.
Asparago violetto: sono asparagi dai germogli bianchi, coltivati con una fuoriuscita parziale dal suolo. In questo modo i raggi solari ne colpiscono una buona parte, dando origine al caratteristico colore. Sono una varietà molto diffusa nel napoletano, anche se il più famoso con questa colorazione è senza dubbio l'asparago violetto di Albenga, in Liguria, Presidio Slow Food per essere una tipologia unica al mondo. Come ci spiega Monica Maroglio, responsabile Slow Food del Presidio, questi ortaggi vengono chiamati la "verdura dei Santi", in quanto la loro raccolta si svolge dal 19 marzo (San Giuseppe) al 24 giugno (San Giovanni). La loro caratteristica principale, oltre all'intenso colore viola, è l'impossibilità che hanno di ibridarsi con altre varietà, in quanto l'asparago di Albenga ha geneticamente 40 cromosomi rispetto ai 20 di tutti gli altri asparagi. Hanno un sapore morbido e burroso, molto delicato.
L'asparago violetto di Albenga.
In commercio non si trovano solo asparagi coltivati: esistono anche quelli selvatici, che crescono in modo spontaneo. Generalmente si distinguono dagli altri in quanto hanno un turione più sottile, allungato e verde. Il nome scientifico dell'asparago selvatico è Asparagus acutifolius, conosciuto come asparagina, che appartiene allo stesso genere botanico dell’asparago coltivato. Per chi pratica il "foraging", ovvero la raccolta del prodotto in natura, è fondamentale fare sempre attenzione all'effettiva identità dei germogli che si raccolgono e bisogna inoltre assicurarsi sempre bene della sicurezza e della pulizia del luogo in cui vengono trovati. Nota di folklore: si dice che l’asparago selvatico non dovrebbe mai essere venduto, ma regalato come pegno d’amore o di profonda amicizia.

Proprietà nutrizionali

Gli asparagi sono ortaggi che contengono molte sostanze che favoriscono il benessere del nostro corpo. Vediamo quali sono le più importanti:

1- Sono ricchi di vitamine: in un etto di asparagi troviamo 25 mg di vitamina C, che equivale a circa un terzo del fabbisogno giornaliero di una persona adulta. Sono presenti in buona quantità anche i carotenoidi, ovvero i precursori della vitamina A, che oltre ad avere un'azione antiossidante e protettiva nei confronti della pelle, stimolano la funzione di detossificazione del fegato, evitando così l'insorgere di infiammazioni e infezioni. In più contengono folati, che appartengono alle vitamine del gruppo B: in 100 gr a crudo se ne trovano 52 mg. Questo significa che mangiando 100 grammi di asparagi si assume circa il 75% della quantità quotidiana necessaria di acido folico, sostanza molto importante per la moltiplicazione delle cellule dell'organismo e che è consigliata anche alle donne in gravidanza per ridurre eventuali rischi di malformazioni al feto.

2- Contengono molte fibre. Secondo i dati dell'Istituto Humanitas, in 100 g di asparagi 2,1 sono di fibre. Sono molto importanti perché favoriscono un buon funzionamento dell'intestino, riducendo così la possibilità dell'insorgere di tumori al colon. Oltretutto la presenza di fibre tiene sotto controllo i livelli di colesterolo e di zuccheri nel sangue.

3- Sono diuretici. Ricchi di potassio e poveri di sodio, sono considerati degli alleati per depurarsi, in quanto favoriscono la diuresi. Per questo è consigliato evitarne il consumo se si stanno assumendo dei farmaci che assolvono la medesima funzione.

4- Sono poveri di calorie. L'apporto calorico di questo ortaggio è di circa 25 calorie ogni 100 grammi.

Come scegliere e conservare gli asparagi

Scegliere un buon prodotto è alla base della buona riuscita di un piatto: gli asparagi non fanno certo eccezione. Ecco come riconoscere un asparago fresco al momento dell'acquisto: deve essere duro, quindi non piegarsi ma spezzarsi. Se è troppo flessibile significa che non è fresco. Allo stesso tempo non deve apparire legnoso e di colore spento: caratteristiche che denotano anche in questo caso un ortaggio vecchio. La parte più apprezzata e delicata, ovvero la punta del germoglio, deve essere integra e compatta, senza segni di apertura o essere rovinata.

La conservazione dell’ortaggio fresco non è consigliata per troppi giorni: l'asparago, infatti, una volta comprato, prima si consuma meglio è. In ogni caso, tenete in frigo gli ortaggi fino al momento dell'utilizzo, perché a temperatura ambiente tenderebbero a seccarsi molto velocemente. Se dovete conservarli crudi per qualche giorno, come suggerisce Dario Bressanini nella sua Scienza delle Verdure, il posto migliore è il cassettone posizionato in basso nel frigo, in quanto è un luogo freddo, ma che assicura anche un'atmosfera con la giusta umidità: così gli asparagi crudi possono durare anche per 10 giorni. Per garantire l'umidità, si può anche bagnare leggermente con un po' di acqua della carta da cucina e avvolgere la base degli asparagi.

Anche gli asparagi cotti si possono conservare in frigorifero, ma durano decisamente meno: al massimo 2 giorni se messi correttamente in un contenitore di vetro ben sigillato con l'apposito coperchio o pellicola alimentare trasparente. Se ne avete cotti in grande quantità, allora surgelateli, seguendo questo procedimento: dopo averli tamponati per eliminare l'acqua in eccesso e fatti raffreddare a temperatura ambiente, posizionateli su un vassoio foderato con carta forno, ben separati l'uno dall'altro e posti nel freezer fino al congelamento. A questo punto, trasferiteli in un sacchetto apposito per essere congelato: potranno resistere fino a due mesi.

Risotto agli asparagi.

Utilizzo in cucina: consigli pratici

L'asparago è un vegetale pregiato, molto utilizzato in cucina quando arriva la stagione proficua, ovvero tutta la primavera, da marzo a giugno. Se vi piacciono, ma non sapete come cucinarli, seguite i nostri consigli. L' impasse iniziale è quella della pulitura che, in realtà, è più semplice di quello che si immagina.

Una volta acquistati, per prima cosa è buona abitudine lavarli accuratamente sotto l'acqua corrente, per eliminare eventuali residui di terra. Adagiateli sopra un panno e asciugateli con cura con della carta da cucina. La parte inferiore dell'asparago è quella più dura e legnosa e va sempre eliminata. Una volta tolta, l'ortaggio può essere cucinato intero oppure tagliato, a seconda della preparazione che si desidera.

Nel primo caso, avvalendovi di un pelapatate, decorticate l'asparago nella metà inferiore, in quanto può essere molto filamentosa, anche se non è un'operazione obbligatoria. Si possono preparare bolliti, usando o meno la pentola apposita, ovvero l'asparagiera: si tratta di una casseruola dai bordi alti che permette al mazzetto di asparagi di cuocere in verticale, così da non far bollire le punte, che sono le parti più nobili, e mantenerle più saporite e croccanti. Basteranno 8-10 minuti. Altrimenti, a vapore: tecnica di cottura che permette di conservare al meglio le proprietà nutritive dell'asparago.

Se utilizzati in pezzi, invece, si riduce a rondelle lo stelo, mentre le punte si possono lasciare intere oppure tagliate a metà o in quarti, a seconda della loro dimensione. Una nostra ricetta che valorizza pienamente gli asparagi, è quella del risotto: un primo piatto gustoso e raffinato nel quale vengono esaltate tutte le parti edibili di questo vegetale.

Da tenere in considerazione: l'asparago assorbe molto il condimento, quindi sarebbe meglio optare per una quantità equilibrata di quest'ultimo. Nonostante molte ricette della tradizione del Nord Italia, come per esempio il classico milanese "asparagi e uova in cereghin", contemplino un abbondante uso del burro, per un consumo più sano possibile di questo ortaggio la scelta ideale è quella di usare dell'olio extravergine d'oliva o del limone. L'asparago si presta anche alle contaminazioni con l'Oriente: da provare quindi anche l'olio di sesamo o la salsa di soya.

Uova e asparagi è un abbinamento top: in questo caso si tratta di uova d'oca, più saporite di quelle di gallina.

Gli abbinamenti

Il sapore dell'asparago varia a seconda della sua tipologia e della dimensione. Ci siamo fatti consigliare dalla chef Sarah Bonsangue alcuni abbinamenti che valorizzano questo ortaggio, giocando con match più creativi rispetto a quelli più conosciuti, come per esempio il felice sposalizio con le uova (evviva la frittata!) o con il salmone (dalle lasagne all'insalata, passando per un secondo al forno jolly).

Asparagi + acciughe: dolcezza e sapidità si uniscono in un ottimo connubio, che magari non viene subito in mente, ma assolutamente da provare. Un'idea? Quella di realizzare una "finta lasagna", alternando strati di asparagi precedentemente bolliti - come se fossero la base di sfoglie all'uovo - e besciamella aromatizzata con una pasta d'acciuga di qualità. Si conclude con una spolverata di formaggio grattugiato e si mette in forno.

Asparagi + pomodori: è un'accoppiata senza dubbio più vista, ma che dà grande soddisfazione. Con i pomodori pelati non si sbaglia mai. Un esempio? La nostra ricetta della pasta con gli asparagi, un primo piatto super sfizioso.

Asparagi + salumi stagionati: dalla pancetta al guanciale, si può immaginare quindi una combinazione che ricorda la carbonara arricchita da questo ortaggio. Oppure un risotto semplice e gustoso come il nostro risotto con asparagi e pancetta.

Asparagi + ricotta + bottarga: tre ingredienti che si completano nei sapori, per un gusto davvero stuzzicante. Se ne può fare un condimento per la pasta, per una focaccia o una pizza "gourmet". Altrimenti si può pensare di preparare una ricetta facile per un aperitivo: un crostone di pane di qualità con sopra asparagi lessati e tagliati a tocchetti con olio, sale di Maldon, una goccia di aceto balsamico, più una buona ricotta (di pecora, di capra, di bufala o vaccina), e la bottarga finale. Si può sostituire la ricotta anche con mozzarella o stracciatella.

Asparagi + cipolle: sia con quelle bianche, dorate o rosse. La combinazione si presta a preparazioni creative. Per esempio, una rivisitazione della soupe à l'oignon francese, dove accanto alla cipolla si unisce anche l'asparago. Oppure come base per un chutney speziato, con cipolla rossa, asparagi a pezzettini, aceto di mele, zucchero, cumino, peperoncino, sale e olio. Perfetto in abbinamento con formaggi come la robiola, carni rosse e bianche o il salmone.

Asparagi + cioccolato: con un cacao amaro o un cioccolato fondente, l'abbinamento è "tosto", ma non proibitivo, così come vale anche per altre verdure come il carciofo o la melanzana. Si può saltare l'asparago in padella con il cacao (meglio quello senza latte) e poi arricchirlo con un crumble, servendolo come dessert.

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Storia, caratteristiche e coltivazione

Gli asparagi sono un ortaggio conosciuto già al tempo dei Sumeri in Mesopotamia, dove si pensa abbiamo avuto origine per poi diffondersi nelle diete di Greci, Romani e di altre popolazioni del Mediterraneo fino ad arrivare ai giorni nostri. L'asparago selvatico è stato il primo a essere introdotto nell'alimentazione, seguito poi da quello coltivato, "addomesticato" probabilmente per la prima volta nell'Europa dell'Est. Nel Medioevo la sua coltivazione e il suo utilizzo furono soprattutto medicali, in quanto le proprietà diuretiche e l'apporto di fibre erano già conosciute per curare disturbi come il colon irritabile e la ritenzione idrica. La riscoperta dell'asparago come alimento arriva nella Francia del '600: si narra che Luigi XIV, il famoso Re Sole, ne fosse ghiotto tanto da incaricare (sembra con successo) l'agronomo e giardiniere di Corte Jean-Baptiste de La Quintinie, di assicurarne una produzione tutto l'anno e non solo in primavera.

La stagione dell'asparago, infatti, è quella primaverile: In Italia, come sottolinea Coldiretti, la raccolta inizia a metà marzo e si protrae fino al mese di giugno. Essendo un ortaggio molto delicato, questa viene effettuata manualmente, con l’ausilio di un attrezzo professionale denominato sgorbia: si tratta di una specie di coltello o scalpello formato da manico di legno e un’asta di metallo che permette di eseguire un taglio netto dei turioni.

Bisogna dire che la loro coltivazione non è semplice, in quanto necessita prima di tutto di un terreno che sia favorevole, ovvero drenante e, in secondo luogo, devono essere colti appena spunta la punta del germoglio, che presenta una lunghezza complessiva di circa 20 cm. Come riferito da Coldiretti, infatti, se si attende che quest'ultimo cresca ulteriormente si ottiene un inspessimento della corteccia e la conseguente riduzione della commestibilità e gradevolezza dell'alimento.

Curiosità

L'affaire della pipì con un cattivo odore. Argomento un po' tabù, ma molto curioso, è l'effetto che l'assunzione degli asparagi provoca sull'urina: in tanti, probabilmente, avrete notato che dopo avere mangiato asparagi la pipì acquisisce un cattivo odore, molto intenso, quasi solforoso. Gli scienziati, come spiega bene Bressanini nel suo libro, è da tempo che studiano il fenomeno, addirittura dal 1891, quando per la prima volta si tentò di isolare la molecola responsabile del "fattaccio". L'excursus è davvero lungo, ma possiamo sintetizzarlo così: dopo più di un secolo di studi, ancora non si è arrivati a una risposta definitiva. Si è arrivati però a stabilire che non è un fenomeno universale: insomma, non a tutti succede. A quanto pare, infatti, c'entrano due variabili genetiche, indipendenti l'una dall'altra: nel mondo, ci sarebbero soggetti con geni che producono l'odore, chiamati quindi "produttori" e altri che invece non lo producono "non produttori". Così come persone definite "percettori", che lo riescono a distinguere una volta prodotto e altre "non percettori", e che quindi non lo sentono. E il mistero continua...

La scena del film cult. Stiamo parlando di American Beauty, pellicola del 1999 con protagonista Kevin Spacey (vincitore anche del premio Oscar) nei panni di Lester Burnham, un uomo di mezza età, impiegato fallito e frustrato da una famiglia (moglie e figlia) che non ha stima di lui. Tutto il film è in realtà caratterizzato da momenti indimenticabili, tra cui quello con protagonisti (loro malgrado) degli asparagi: in una delle estenuanti scene in cui i due coniugi si scontrano a suon di cinici torpiloqui, al centro della tavola compare un vassoio di asparagi, che Kevin Spacey vorrebbe tanto mangiare, ma che nessuno gli passa, nonostante le continue richieste. Non vi facciamo spoiler sul destino degli ortaggi: chi ha visto il film probabilmente se lo ricorderà, per tutti gli altri, ecco il video.

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