Premessa: un ristorante da cento euri a testa è
costoso.
Sgombrato il campo da ogni equivoco passo a dire che cento euri al ristorante può non essere
caro. Così come venticinque possono esserlo, e fastidiosamente.
Ora lo spiegone.
Non citerò il locale nè la località: la gente che ci lavora, lavora davvero: corrono come mufloni da mane a sera, sei giorni la settimana. Scrivono tutto per bene nel menù e presentano conti senza sorpresa alcuna. Sorridono e fanno del loro meglio.Non hanno in questa occasione nè in alcun'altra commesso alcun abuso, nè irregolarità, nè peccato. Sono nella media, ecco.
Ordino una "Tagliata al pepe e rosmarino". Si tratta di una specie di
ròsbif molto cotto, che di per sè non avrebbe alcun motivo per essere mangiato. A fianco un piatto di pomodorini ciliegia smezzati come li smezzerebbe la mia principessa piccola di anni sette: poi messi lì in attesa di un olio taglio basso. A far bene i conti sono 20 euri per un piatto al limite delle tentate lesioni personali aggravate da futili motivi. Emmezzo.
Per dire, da
Cavallaro la Tagliata di manzetta piemontese, chips di patate e pomodoro verde è in carta a venti. E non credo di offendere alcuno se dico che tra il
quantum di preparazione, scienza, lavorazione che c'è tra i due piatti c'è la stessa differenza che passa tra me e Charlton Eston quando faceva
Ben Hur.
Trovo caro, carissimo il conto della tagliata P.R.
Preferisco saltare cinque volte la
Tagliata P.R. e - se posso, usando i miei - qualla volta che vado poter dire
costoso sì, ma non caro: e portarmi via una dose adeguata di felicità.
[NdS] - Il prezzo del piatto di Nic Cavallaro è tratto dal menù "Estate 2009" a puro titolo di esempio, e non ha riferimento alla premessa: il menù Degustazione "grande" infatti sfoga 65 europei. E se non ricordo male, niente coperto.