Tante idee buone e gustose senza prodotti di origine animale, da consumare a gennaio, ma anche tutto l'inverno, perché no?
Abbiamo davanti ancora 5 mesi ma abbiamo finito le risorse disponibili per quest’anno. Avremmo bisogno di 1,7 terre, ma non le abbiamo
Ci vogliono solo 90 secondi per spiegarlo perché è un concetto molto semplice: l’Earth Overshoot Day è il giorno dell’anno in cui la domanda di risorse naturali da parte dell’uomo supera ciò che la Terra è in grado di generare per l’anno in corso. Quel giorno nel 2021 è il 29 luglio. Potremmo dire che in soli 7 mesi abbiamo terminato tutto quello che il pianeta ha prodotto per noi per quest’anno, i prossimi mesi saranno in debito ecologico. Nel 2020, Annus horribilis della Pandemia, c’era stato un effetto collaterale positivo (magra consolazione), la terra aveva dichiarato il suo limite per il 22 agosto, qualche settimana in più grazie al lungo lockdown, poca roba se pensiamo a un fermo praticamente planetario.
Ma provando ad andare indietro nel tempo, il grafico è impressionante. Dal 1970 ad oggi la finestra di esaurimento si è ridotta di mesi, nel 70 l’Overshoot Day cadeva il 30 dicembre, nel 2018, l’anno peggiore, il 25 luglio. Una progressione non certamente lenta e raramente discontinua.
Il 2021 è denso di appuntamenti importanti per l’ambiente, a partire dall’evento in corso a Roma nella sede della FAO, il Pre-Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, appuntamento che anticipa il Vertice che si terrà a New York in settembre. E per finire, Glasgow che dal 9 al 20 novembre ospiterà il COP26. E proprio Susan Aitken, leader del consiglio comunale di Glasgow, a nome di Global Footprint Network e dell’Agenzia Scozzese per la Protezione dell’Ambiente (SEPA), ha dato l’annuncio dell’ l’Earth Overshoot Day il giugno scorso..
È il Global Footprint Network a fare i conti con il pianeta e a calcolare il giorno del sovrasfruttamento. I fattori che hanno determinato la data quest’anno sono da rintracciare nell’aumento del 6,6% dell’impronta legata alle emissioni di anidride carbonica rispetto al 2020, a questo si aggiunge alla diminuzione della biocapacità forestale mondiale da imputare alla deforestazione in Amazzonia. Teniamo conto che solo in Brasile nel 2020 abbiamo perso 1,1 milioni di ettari di foresta.
L’invito, che ribadiamo anche noi, è a spostare il Pianeta al primo posto delle nostre priorità e di sostituirlo alle nostre solide comodità e alla diffidenza verso il cambiamento, che spesso dimostriamo anche quando si parla di cibo. Abbiamo imparato espressioni ignote fino a una generazione fa, ora siamo chiamati a capirne pienamente il significato, dimostrando così di essere umani consapevoli.
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