Ancor di più mi piace il nome scientifico, Zeus Faber,  Giove Fabbro: lo vedo, rustico e selvatico, battere magli su ferri  infuocati. In belle taglie oltre il chilo regala filetti degni di un  pollo grasso.
    	
	
	
    
    
 
	
        
	
		
	    
    	
	      	La signora dice, Pescato stanotte: probabilmente è  vero, l'occhio è sporgente e tumido, le branchie sono rosse, la carne  tonica. Forse un giorno ce l'ha, ma come dice Picchi, deus ex machina  del Cibreo, con un giorno in più è anche meglio, per queste stazze. Un  piccola sottospecie di frollatura per una carne fitta e spessa.
    	
	
	
    
    
 
	
        
	
		
	    
    	
	      	Dopo  esserti massacrato le mani per pulirlo - almeno non c'è il problema  delle squame - puoi metterlo al forno con mirto, lentischio, alloro,  salvia e rosmarino. Aglio in camicia sparso a volontà, un filo d'olio e  qualche granello di sale. Devi conoscere bene il tuo forno e i tuoi  gusti: prova a tenerlo a 150° per 45 minuti, anche cinquanta se viaggia  verso i due chili.
    	
	
	
    
    
 
	
        
	
		
	    
    	
	      	Da cotto la tesa si disfa, la pelle si srotola via con facilità: puoi finirlo con un po' di pepe, e un goccio d'olio crudo.
    	
	
	
    
    
 
	
        
	
		
	    
    	
	      	Abbilo con il burroso Vermentino di Gallura 
Arakena della Cantina di Monti, una vendemmia tardiva che ben s'accompagna al carnoso pescione.
    	
 
	
        
	
		
	    
    	
	      	E finisci il pasto con due fichi verdolini maturi, colti direttamente dalla pianta. Se sei in Gallura, va senza dire.