La seconda ero in Piemonte. Nessun segno.
Abito - talvolta - a 30km dal disastro ma vivo nel mondo, e non sento nemmeno i discorsi delle vecchiette alla cassa del supermercato o dei giovini al bar. Non so nulla, ma mi è bastato vedere quelle foto per sentire una mano entrare nel petto e strizzare via qual che resta del cuore.
Questo per dire che questo è un diario enogastronomico, dove si parla di enogastronomia, di gente dell'enogastronomia, di eventi dell'enogastronomia. Siamo golosi, non scemi. E non è nostro compito raccontare quello che altri fanno meglio. Ma sarà il caso che un pensiero parta anche da qui, per quel che conta.
Oggi riso: che quello con il pomidoro va molto di moda, e in tanti lo richiamano dagli asili della loro infanzia alla contemporaneità. Io pure, e mi sono arrampicato su cose di una popolarità così popolare che trasuda tv da ogni poro. Uso addirittura il Superfino Arborio, che vien dalle riserie Rolo, a 30km da qui in mezzo alla furia. Riso reggiano, che si usava testardamente per le minestre di riso, fino a ier l'altro quando Carnaroli e Vialone erano nomi scritti nelle abitudini di pochi, almeno qui a Regium Lepidi.
Per il sugo ho fatto andare i ciliegini nell'olio aromatizzato con l'aglio. Diciamo un 10 minuti. Poi ho aggiunto mezza scatola di pomodorini in scatola: quelli di Mutti. Altri 5 minuti. Poi i pomodori secchi, due, li ho fatti a fette e immessi senza tema. Cose CONAD. Altri 5 minuti, con una spruzzata di paprika dolce e una di paprika forte.
Prendo tutto e lo schiaffo nel frullatore Girmi e lo passo al passino, va senza dire.
Il riso lo faccio andare nell'0lio caldo. Quasi si frigge. Poi lo passo al vino bianco. San Crispino, per essere precisi. A mezza cotta butto il sugo di pomidoro. Manteco a burro buono e una manciata di P.Reggiano.
Nel frammentre ho tritato sottile il basilico, e l'ho coperto d'olio buono. Prelevo il riso, lo impiatto caldo: poi metto il dripping di basilico e le scaglie di P.Reggiano.
Sarei tentato di mandarlo in tavola con acqua fresca. Poi ci ripenso, e aggiungo un Langhe Rosso, il
"Suo di Giacomo" di Bocchino.