La grandezza delle gastronomie mediterranee, quella italiana sopra tutto, è di saper costruire cibi di straordinaria suggestione con un'idea, tre prodotti e il resto viene da sè. Un punto di riferimento di stordente forza comunicativa è il trittico pane burro e alici che nella sua essenzialità - e in qualche modo, provocazione - tocca le corde più profonde di un piacere papillare che sfiora l'ebbrezza.
Nell'epoca in cui ogni ingrediente porta la firma, potremmo presentare ai lettori del Cucchiaio d'Argento il pane con il lievito madre, le alici di cetara o quelle del cantabrico, il burro d'alpeggio da dieci euri al chilo. Invece proviamo a replicare una preparazione di buon comando, con quello che c'è in casa, senza farla troppo lunga. Il risultato è ugualmente garantito, e porta con sè l'ulteriore piacere delle cose fatte tra di noi, come viene, senza controllori a giudicare l'eccellenza: ma una solida, inebriante quotidianità.
Il forno è riscaldato a 250° . Il pane va spruzzato con acqua vaporizzata, poi tenuto 15min alla massima temperatura, altri 15 a 180° con fessurina, e altri 15 a 150. Infine capovolto per ulteriori 15 a forno spento ma ancora caldo.
Ovviamente tutto funzionerebbe benissimo anche con una fetta di pane del prestinaio
Sulla fetta di pane ancora caldo spalmiamo il burro, un semplice ed onesto prodotto di latteria, e sopra abbondiamo con le acciughe da una confezione di Olasagasti normalmente reperibile nella GDO. Infine, deliziarsi.