Il cliente ha sempre ragione: fino a quando ha torto. Logica incontrovertibile, anche se messa in discussione dall'altro adagio: "per l'articolo quinto, chi ha in mano i soldi ha vinto".
E dopo questo simpatico sfoggio di saggezza popolare la considerazione ferma che in un momento in cui perdere "solo" il 25% del fatturato pare essere una benedizione parlare di critica del cliente potrebbe sembra irriverente. O - ai meno indulgenti - sciocchino.
In verità da un lato trovo giustificato che gli utenti nelle nostre amate tavole
gurmè squadernino il loro sillabario delle esigenze & delle critiche, e che i ristoratori (che non sono necessariamente degli chef) ne facciano tesoro. Dall'altro penso anche che una bella coltivazione del cliente sia utile, proficua e benefica per l'intera galassia. Come li vorrei i clienti, se potessi ordinarli con Postalmarket?
Prenotazione. Prenotare, ove possibile, è consigliabile. Presentarsi alla porta e chiedere se c'è posto mica è un delitto: l'importante è l'essere disponibili a sentirsi dire di no se le condizioni non sono idonee ad accettare altri ospiti. Quindi prenotare, e farlo con il proprio nome, usanto il proprio numero di telefono. Non male l'idea di avvertire se ci sono bambini piccoli, ed eventualmente informarsi se il ristorante è attrezzato per situazioni particolari: che so, soffoco se le pareti sono dipinte di verde.
Arrivo. Arrivare puntuali: se c'è molto ritardo avvertire è il minimo sindacale della cortesia. Avvertire anche se cambia il numero dei prenotati.
Ordinazione. Il Bravo Cliente non è il Signor Sotutto: anzi, quando non sa non ha paura di chiedere. Non ha paura di chiedere cos'è quel certo ingrediente se non lo conosce, e non ha timore di chiedere il prezzo di qualcosa che non ha capito. Se si informa sul prezzo secondo quantità non è un rompitasche, ma solo qualcuno che non vuole rovinarsi la serata con discussioni inutili. Chiede magari qualche deroga o qualche trattamento particolare: come una cortesia, ed è disponibile ad accettare un diniego sensato e motivato. E prima di ordinare sedici piatti diversi per sedici persone, si informa se la cosa crea problemi alla cucina.
Vino. Conosce la bottiglia e la ordina, oppure chiede consigli. E' disponibile a discutere serenamente, è un momento di festa... Se al momento dell'assaggio ha dei dubbi li esprime, senza il timore di fare figuracce, anche fermamente: ma è disponibile a riconoscere una sua informazione insufficiente su quell'argomento. Ad esempio il Fischio della Lavandaia del '92 non sa di tappo, ma essendo pestato con i piedi calzati di zoccoli dai figli del vignaiuolo ha riportato quell'inconsueto sentore. Chiede il prezzo, se non indicato. Se non va bene lo dice, prima, e senza equivoci.
Conto. Controlla il Conto: con attenzione. Se trova errori o voce inattese chiede spiegazioni; altrimenti paga, magari esprimendo urbanamente il suo parere sulla cena, sui prezzi, sul trattamento. Anche se in disaccordo.
Servizio. Il Bravo Cliente risponderà alla domanda "tutto bene?" con "benissimo" in qualsiasi caso perchè è educato, non scemo. Altrimenti, se richiesto, scambierà volontieri le proprie opinioni. Si rivolgerà al personale chiamando "Scusi" e con il "Lei": età, provenienza, colore della pelle e orientamenti religiosi e sessuali non autorizzano alcuna forma di confidenza non richiesta.
Bimbi. Sono bimbi e non statue, ma il Bravo Cliente va al ristorante quando sa di poterlo fare. Aiuta i bimbi ad ordinare, a mangiare, a trascorrere il tempo fino alla fine del pasto e si ricorda sempre che i bimbi sono il centro del
suo mondo, non il centro
del mondo. Il Bravo Cliente non ha bimbi che corrono per il locale, non li ignora mentre vuotano il vaso dell'orchidea in testa al signore del tavolo all'angolo, nè li richiama con ululati.
Ma credo che ci si debba lavorare ancora un po' sopra: i modelli in produzione ora sono ancora alquanto imperfetti.
Immagine: Mattinata... in blog!