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Sei prodotti per raccontare il gusto della città ligure del momento. In attesa del Festival scopriamo insieme le eccellenze locali.
La Liguria è squisita, in generale, dal pesto alla genovese alla farinata, ora però l’hype è su Sanremo e a pochi giorni dall’inizio del Festival ci siamo tornati per raccogliere qualche spunto gastronomico specifico di qui. Tralasciamo i gamberi di Sanremo, sublimi e scioglievoli, andate al Porto Vecchio e li trovate, anche l’olio, delicato ma di carattere e approfondiamo i prodotti più particolari da cercare e portare via. Dateci credito, siamo preparati.
Audaci e dal gusto avvolgente, nocciola e cacao, due gusci morbidi tenuti insieme, al centro, da una crema di cacao cremosa e intensa. Si trovano in tutte le pasticcerie e panetterie della città, di dimensioni diverse, qualcuno li prepara piccoli, scrigni preziosi che si risolvono in un morso, mentre altri ne celebrano l’opulenza, proponendoli in dimensioni generose. Non sappiamo quale sia la differenza tra questi e quelli della vicina Alassio, ma i baci di Sanremo ci ricordano tutti i baci della storia dell’Ariston, dal bianco e nero ad Achille Lauro e Boss Doms.
La Sardenaira (non sardenara, c’è la i) è lo street food sanremasco. Pasta lievitata, pomodoro, 1 spicchio di aglio, un'acciuga e un'oliva nera su ogni trancio di forma rettangolare e anche qui, centro o crosta cambiano l'approccio. Si mangia sempre, colazione, merenda e aperitivo ma, come la focaccia, va mangiata nel posto giusto. Nella nostra personale classifica in cima si trova la Tavernetta, in Via Palazzo 129, subito dopo La Fornarina. Complesso ricostruirne la storia, è una ricetta antica che nei territori limitrofi, come spesso accade, prende altri nomi, come pissalandrea nella versione che arriva fino in Costa Azzurra.
La versione più autentica vuole le zucchine trombette (tipiche della regione, si chiamano così proprio perché ricordano nella forma una tromba) e poco riso, è avvolta in un guscio di pasta molto sottile che lascia protagonista il ripieno. È più spesso tonda ma si trova anche in teglia. Si vende a tranci o in quarti. Perfetta per l’aperitivo. E poi la pizza di bietole e la farinata, meno tipica del territorio ma buona anche qui!
La storia di questa marmellata ha tutti gli elementi che rendono la trama avvincente. Protagoniste delle Suore, le Carmelitane Scalze, suore di clausura s’intende. Si svolge in un monastero costruito da un grande architetto, Gio Ponti, alla fine degli anni 50. Un luogo magico e spirituale, di silenzio e bellezza, affacciato com’è sul golfo della città della musica. Le suore fin dagli anni 60 producono marmellate e confetture che si trovano in vendita in molti negozi della riviera di Ponente. Dai gusti più tradizionali come Arancia e Limone a più insoliti come Rosa Canina e Sambuco. Buone, naturali, il luogo vale il viaggio.
Con questo prodotto ci spostiamo di qualche km nell’entroterra sanremese, nella Valle Argentina per la precisione, a Triora alias il paese delle streghe. Qui si svolse alla fine del '500 uno dei più inquietanti processi a donne credute streghe. Spesso si trattava di ‘guaritrici’ che usavano le erbe in modo medicale, come molti di noi oggi. Questa è un’altra storia avvincente da approfondire e raccontare, ma tornando al pane, si trova in tutte le panetterie di Sanremo. Il pane è basso e compatto. Sciapo e duraturo. Ha una crosta molto dura che gli permette di restare morbido all’interno per molti giorni. Si prepara con farina 1 e di grano saraceno, fra le particolarità di produzione lievita per una notte su un letto di crusca e cuoce su foglie di castagno. Si accompagna a tutto, anche ai gustosi formaggi della zona. Il borgo è stupendo e vale la visita!
“Il luogo è superbo, vi è un ponte che è un gioiello di leggerezza” scrisse Monet di Dolceacqua, soggetto di qualche tela dipinta durante il suo soggiorno in riviera. E poi c’è un castello suggestivo e un paesaggio dal tempo sospeso. Non da ultimo un vino, locale, sempre presente nella carta nei ristoranti della città del Festival: il rossese. Dolceacqua è a pochi chilometri da Sanremo, è più vicina a Bordighera, il suo vino ha un colore rosso rubino, brillante e intenso. Si accompagna a meraviglia a carni bianche e primi piatti della zona. La cantina Maccario non ha vinto Sanremo ma una serie di importanti premi e riconoscimenti sì.
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