“Su un libro di cucina non bisognerebbe mai scrivere la parola fine, poiché si può dire che per definizione un libro di cucina sia un libro che non è mai finito.”
Orbene, ecco l’inizio.
E’ il 1950 e nella prima edizione del “libro fondamentale della cucina italiana”, Il Cucchiaio d’Argento si propone al grande pubblico in 700 e più pagine elegantemente rilegate, vestite di fine tela color carta da zucchero.
Il fornito armamentario di consigli, corollari e suggerimenti su come preparare la tavola, accogliere gli ospiti e seguire in toto le regole di una cucina "moderna" completano l'esauriente e dettagliata selezione di pietanze e permettono di affrontare con la massima cura e competenza sia la cucina del quotidiano che i buffet delle occasioni speciali.
Oggi, far riaffiorare gli albori della nostra storia e proporre pietanze dei primi tempi che furono significa dare il la ad evocazioni, suggestioni, interpretazioni e riflessioni. Tanto varie quanto possibili.
E allora ecco l'inizio digitale dei nostri "canapès che tanto rendono piacevole l'ora del thè", dei vol-au-vent alla vecchia maniera, del turbante di riso, del ricoprire il tutto con la regina, tanto amata, gelatina e del “cavolfiore lardato coperto con besciamella e guarnito di pancetta arrostita”; e ancora: della dolcezza della meringa che si fa ciuffetti d’ornamento d'obbligo o della geometrica composizione di fette d'ananas.
E via libera alla fantasia che ne consegue.
Che come un libro di cucina, non dovrebbe mai finire.
Il nuovo debutto dei Canapès in 6 versioni.
Il nuovo debutto del Turbante di riso.