Non sono sufficientemente competente per discutere nel merito la monumentale opera della Veronelli Editore, ma sono abbastanza appassionato da sfogliarla con attenzione. Abbastanza da leggerla. Abbastanza da usarla. A volte sono d'accordo con le valutazioni, a volte no, ma questa non è una notizia: a volte riesco a non essere d'accordo nemmeno con me stesso.
Usare un volume come questo significa cercare informazioni, trovarne di interessanti e - ove possibile - metterle in pratica.
Una prima cosa mi sorprende: 17mila vini. E' un numero enorme, soprattutto se i redattori sono solo due. Non ho potuto evitare di mettere mano alla calcolatrice: se Daniel Thomases e Gigi Brozzoni si dividono il compito e lasciano a Rocco Lettieri un mille bottiglie del Ticino, restano 21 assaggi e dispari al giorno tutti i giorni dell'anno, incluso Pasqua, Natale e Capodanno, considerando che non ci siano sovrapposizioni. E veramente un lavoro colossale, che non smette di impressionarmi.
Una seconda cosa colpisce: la "Veronelli" ha un approccio enciclopedico al di là del numero degli assaggi: le Aziende sono censite con dovizia di particolari anagrafici ben oltre la ragione sociale e i recapiti. Abbiamo la proprietà, la gestione, l'enologo, la superficie vitata. Poi le produzioni e le classi di prezzo. Anche il lavoro di segreteria è gigantesco.
I produttori sono classificati per località, in ordine alfabetico, senza tenere conto della provincia. Questa scelta è comoda per il lettore da tavolo, ma un ficcanaso viaggiatore come il sottoscritto trova più comodo vedere chi c'è intorno ad una località. Sono - per dire - a Melfi, vediamo chi c'è qui attorno, magari faccio un salto? Ecco, così non funziona.
Infine le valutazioni. Punteggi in centesimi, poi le stelle, e le stelle blu. E' un sistema molto razionale, chiaro, inequivocabile.
Io però le parti che ho trovato più godibili sono le rare occasioni in cui i due Autori si lasciano andare a qualche commento più descrittivo, ed è allora che avverto oltre alla professionalità quella passione che mi coinvolge, e che mi invita all'assaggio. Ma di questo ahimè la "Veronelli" è assai avara.
Una nota sulla confezione: carta di qualità, rilegatura di pregio, con una bella costolona che rassicura per le prossime centomila consultazioni.