Il delitto, minore ma imperdonabile, è quello di gestire un ristorante e non ristorare. Certo, c'è di peggio: ma quando varco la soglia di un locale non è per nutrirmi, ma per nutrire lo spirito, che il problema energetico della sopravvivenza è altrimenti risolto. Mi intristico, mi incupisco, mi vengono le bolle e mi gonfio, non dormo e mi si blocca la digestione.
Poi mi siedo davanti alla mia fedele tastierina e mentre pesto con livore sui tasti, mi vien in mente che questo non è il mio mestiere, e chi me lo fa fare, e in fondo chi sono io per dire che quel posto è meglio chiuda andare a domani... insomma, tutto l'armamentario dei sensi di colpa vien avanti e mi suscita più di un ripensamento.
Dunque,
amico e raro lettore, che fare? dobbiamo dirti che là proprio là si è stati da schifo, mangiato male malissimo e pagato molto, troppa gente in un brutto posto, il somellier aveva l'ascella importante e la cameriera aveva i baffi?
Se ci fossi tu qui, cosa faresti?
Ecco i tre casi:
- Il posto è carino ma lo chef è innocente: solo non sa far da mangiare
- Sei in un posto commerciale: l'unico intento è dare un servizio minimo con il massimo profitto. Il cibo è corrivo, i ricarichi alti.
- Lo chef certamente sa far da mangiare, ma stasera è stata proprio una sera sfortunata.
Ed ecco le soluzioni:
- Non pallarne.
- Pallarne con oggettiva critica, ma senza formulare valutazioni nè attribuire il numerino.
- Pallarne con schietta sincerità, e valutare secondo coscienza anche se si tratta di un numero pesantemente negativo
Dimmi,
prezioso lettore, tu che faresti?