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Dall’antipasto alla frutta, passando per primi, secondi e contorno: come preparare il menu del 31 dicembre con un occhio alla scaramanzia. E l’altro alle nostre ricette.
Quella dei cibi portafortuna, da mangiare in occasioni speciali, come a Capodanno per propiziare un buon anno nuovo, è una tradizione che arriva da lontano e ogni 31 dicembre si ripete.
A fine 2020 e a fine 2021 ce la siamo un po’ tutti dimenticata, perché visti gli anni che avevamo avuto, fra coronavirus, lockdown e guerra in Ucraina, chi aveva coraggio di pensare ai portafortuna? Non che la fortuna non servisse, sia chiaro. È che forse abbiamo tutti un po’ pensato che peggio di così non poteva andare, e che dunque qualcosa di buono sarebbe venuto comunque, da solo e senza bisogno di aiuti. E infatti, pur con le sue difficoltà, il 2022 è stato sicuramente meglio dei due anni che l’hanno preceduto. E per fare sì che il 2023 sia pure migliore, è tornato il momento di parlare di cibi portafortuna.
Di seguito abbiamo preparato una lista di 9 ingredienti da preparare a Capodanno per aiutare la buona sorte a trovarci, più uno da evitare per non ottenere l’effetto contrario. Nessuna garanzia scientifica che funzionino, ma crederci non costa nulla. Anche perché sono pure buoni da mangiare.
Non si sa bene perché, ma tutti sanno che “le lenticchie portano soldi”, e dunque fortuna. Lo sanno pure i bambini (o comunque se lo lasciano dire), tant’è che con questa scusa gliele si riesce a fare mangiare, almeno una volta l’anno. In realtà un po’ si sa, il perché: la forma delle lenticchie ricorda quella delle monetine, e dunque già all’epoca dei romani si credeva che più se ne consumavano, più monetine sarebbero arrivate. Inoltre, sono ricche di proteine, fibre, vitamine e sali minerali e anche contribuiscono al funzionamento dell’intestino e del sistema nervoso. Che comunque è già una bella cosa. In alternativa, si dice che anche i datteri facciano lo stesso (portare soldi, non regolare l’intestino).
Se lo lanciano addosso agli sposi, un motivo ci sarà (oltre a quello di far innervosire il parroco): il riso porta fortuna e porta soldi, un po’ come le lenticchie. È simbolo di abbondanza, è un cibo che sostiene e anche ha un nome che evoca ilarità e buonumore. Se non lo si vuole mangiare, lo si può anche usare come decorazione, distribuito sulla tavola e fra i piatti oppure dentro a ciotoline segnaposto. Crudo, ovviamente.
Non è necessario essere di Napoli per credere nel potere anti-malocchio del peperoncino: il merito sarebbe del colore rosso fuoco e di quella forma a punta che ricorda le corna di animali appese all’ingresso delle abitazioni già in epoca neolitica per rappresentare potenza e fertilità. Al di là degli usi scaramantici, il peperoncino (che fa parte della famiglia delle spezie) accelera il metabolismo perché contiene capsaicina, che contribuisce a bruciare i grassi. Ché a Capodanno si sa che spesso si esagera.
Se più o meno tutti i salvadanai hanno la sua forma, qualcosa vorrà dire: il maiale va a caccia di cibo con il naso in avanti e non cammina mai all’indietro. Rappresenta il progresso e in generale il progredire e l’avanzare, anche inteso come metafora. Il miglioramento, volendo. E dunque fortuna e soldi. Per beneficiarne, non è necessario scegliere proprio il muso (cosa che comunque si può fare) ma basta un taglio qualsiasi. L’importante è che sia di qualità.
Se si è vegetariani, e ancora di più vegani, ovviamente consumare carne di maiale è fuori discussione, ma c’è un’alternativa: usare il marzapane per raffigurare il muso dell’animale, così da ottenere (si dice) il medesimo effetto portafortuna. In generale, questo cibo è considerato simbolo di ricchezza e benessere: la parola araba mauthaban, da cui deriva il suo nome, si traduce nell’italiano moneta, e questo spiega un po’ tutto. È amatissimo al Sud ma piace molto anche in Svizzera e Germania, dove appunto si preparano i maialini di marzapane per raddoppiare il potere benefico.
Nella tradizione asiatica, e in particolare in quella cinese, questo piatto rappresenta la longevità. E anche se il loro Capodanno non coincide con il nostro Capodanno, possiamo comunque provarli (a Capodanno, con la nostra ricetta) per vedere se davvero funzionano. Un’unica accortezza: per non spezzare l’incantesimo non si devono tagliare i fili di pasta non solo nel corso della preparazione ma neppure con i denti mentre si mangia. Buona fortuna, insomma.
Insieme con la cosa delle lenticchie, questa è un’altra storia che sanno più o meno tutti: l’uva porta bene e sin dai tempi antichi è simbolo di prosperità, soprattutto nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. C’è proprio un rituale per consumarla a Capodanno: ne vanno mangiati 12 chicchi, uno per ogni mese dell’anno che verrà. Volendo anche esprimendo un desiderio per ognuno. Volendo anche come conto alla rovescia negli ultimi 12 secondi che portano dall’anno vecchio a quello nuovo. Sia come sia, l’uva a fine anno va mangiata, anche perché è ricca di antiossidanti e aiuta a mantenersi giovani.
Come si vede, la frutta è una componente importante di questa lista, anche per ragioni legate alle sue proprietà e pure alla sua forma. È il caso del mandarino, apprezzato come portafortuna perché è rotondo, a simboleggiare qualcosa che non finisce, l’infinito e in qualche modo l’eternità. Più prosaicamente, perché i soldi hanno forma rotonda e quindi i mandarini (e in generale un po’ tutti gli agrumi) rappresentano il prestigio.
Al femminile perché l’altro termine (melograno) si usa per l’albero, mentre qui parliamo del frutto. Che era sacro già nell’antica Grecia e si usava per celebrare Giunone e Venere. Era simbolo di fertilità, insomma. L’idea sarebbe quella di rompere una melagrana davanti alla porta di casa e vedere quanti semi rotolano fuori, a rappresentare i soldi che arriveranno con l’anno nuovo. Per non litigare con i vicini, si può fare lo stesso a tavola, facendo finire i semi nel piatto. Visto quello che abbiamo scritto del riso, la combo perfetta è chiaramente il risotto con la melagrana.
L’ultimo consiglio è sui cibi da evitare, perché (si dice) rischierebbero di avere l’effetto contrario. I peggiori, nonostante che la tradizione italiana porti un po’ a consumarli, sono aragosta e gamberi. Il motivo è che fanno l’opposto di quello che fa il maiale: camminano all’indietro, e dunque rappresentano il non progredire, non migliorare, non evolversi. I più scaramantici evitano anche i volatili, perché con loro “la fortuna vola via”, ma per quest’anno facciamo finta di nulla.
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