La notizia, che spero
abbiate già letto qui, è clamorosa. In una situazione come quella di crisi attuale “Il Franciacorta nel
2012 consolida la sua posizione
con una performance positiva e in controtendenza che fa registrare una crescita dei volumi del 25% rispetto al 2011, con circa 14 milioni di bottiglie vendute”. E, fenomeno nel fenomeno, “sul mercato la domanda ha espresso un consenso crescente verso il
Rosé, che fa rilevare un incremento del 50%”. Crescono dunque le “quote rosa” di Franciacorta Docg e quindi per brindare da questo angolo Web dove il vino “
en rose e
in rosé” è prassi quotidiana, ho scelto un Franciacorta Rosé davvero esemplare.
L’azienda produttrice con sede nel cuore di una delle più belle zone franciacortine, quella di Colombaro di Corte Franca, è l’Azienda Agricola Barboglio De Gaioncelli: trenta ettari coltivati a vite per un nome di una famiglia, i Barboglio, presente in zona dal XV secolo. Nel 1987, alla scomparsa del Conte Claro Barboglio De Gaioncelli, ultimo rappresentante della dinastia dei Barboglio, l’azienda passò al nipote acquisito Guido Costa. Da qualche anno l’azienda è condotta dal figlio, il giovane enologo e agronomo Andrea Costa.
Un ingresso che ha portato energie nuove all’azienda, che dal 2010 ospita nella struttura della storica cantina un
ottimo ristorante dall'ambiente molto elegante, con soffitti a cassettoni e pietre a vista. Qui si gusta
un’ottima cucina e si può scegliere il migliore e più ampio assortimento di Franciacorta Docg (con ricarichi bassi) che si possa trovare nella Franciacorta tutta. Una carta dei vini onnicomprensiva, personale nelle selezioni, con presentazione dell’azienda e del vino opera dello stesso Andrea Costa.
Segnalato il ristorante (consiglio di non perdervi le animelle panate con fontina d’alpeggio e funghi in bigné e il risotto al Franciacorta mantecato con robiola dolce), da una gamma davvero notevole che parte dal Satèn 2008, passa per l’ottimo Brut (con solo 4 grammi di zucchero per litro) dal gusto ben secco, moderatamente preciso, con nerbo preciso e sale, sono approdato felicemente al Franciacorta Rosé 2007, che è entrato nell’universo dei Rosé “del mio privilegio”.
Affinato per quasi 50 mesi sui lieviti, il suo uvaggio è composto per il 60% da Pinot nero e 40% da Chardonnay, uve provenienti dal vigneto Casella Alta in larga parte allevato con il vecchio sistema Sylvoz. Un Rosé di sicuro impegno, non un rosatello andante mosso senza pretese, dal colore buccia di cipolla, salmone pallido, di bella lucentezza, con perlage sottile e continuo. Naso inconfondibilmente “pinotnereggiante”, tutto ribes e lampone, ma poi corredato da belle note distinte di pompelmo rosa e mandarino, con una bella vena salata e minerale e una grande freschezza. Perlage sottile, continuo, bello da vedersi nel bicchiere. Ottimo l’attacco in bocca, diretto, incisivo, asciutto, ma poi il vino si dispone bene sul palato, si allarga succoso e pieno, con una bella croccantezza e vivacità, un piglio esuberante e una tempra giovanile, con bella materia piena e persistente, ma sempre all’insegna di una grande freschezza e sapidità, di una bella verticalità, di una piacevolezza e linearità notevoli.
Un vino che ha energia, integrità, scatto, che riesce ad essere contemporaneamente succoso e avvolgente senza essere prevedibile, grazie ad una magnifica acidità, ad una vena lunga, precisa che lascia la bocca pulita e rilancia continuamente la beva. Un Franciacorta Rosé, prezzo di uscita dalla cantina intorno ai 16 euro, che vi consiglio senza riserve.