Poi in effetti la quinoa è buona: ma questo è un aspetto tutto sommato marginale.
Mi sono accontentato di farla andare in acqua e sale per venti minuti: poi, ben scolata e raffreddata, l'ho condita con un trito piccolo di peperone giallo, pomodorino ciliegino e rombi d'erba cipollina. Okay, olio e pepe. Per una punta di lezio nell'acqua di cottura ho messo tre tranci di zenzero, tel quel, poi perduti.
La padella di ferro ha accolto i capperi dissalati, dilavati e strizzati, e in quei venti minuti sono andati arrosto: fuoco basso e continuo. Sono belli sodi e completeranno il piatto e l'insalatina.
Per il pesce azzurro ecco qualche filetto di sardina e di aringa: assieme sull'antiaderente, senza niente, per un minuto per parte: non rovente ma bello caldo.
Per l'impaginazione: i filetti in parallelo, l'insalatina in una formina cilindrica bella alta, e una riga di maionese: tirata al solito modo ed aromatizzata con la salsa all'aglio.
Quest'ultima è forse la parte più nojosa della preparazione: va passata otto volte in poco latte portato a bollore per un pajo di minuti, poi versato e rinnovato. Alla fine schiacciato e passato al passino sottile. Appena emulsionato con latte fresco, può andare ad allungare la maionese.
Lo mando in tavola con un rosso: oserei addirittura un Terrano. Quello di Zidarich, con cui devo ancora fare amicizia.