Fra le tante buone birre italiane presenti all'ultimo RHEX di Rimini, o Selezione Birra, o come diavolo si chiama quest'anno - cambia nome ogni volta - la Verguenza Summer è quella che più mi ha impressionato girando - poco purtroppo - fra i vari stand. Non è una novità assoluta, ma l'ho colpevolmente lisciata la scorsa estate al birrificio e mi sono dovuto pure sorbire una sfilza di commenti entusiastici sul web restando a bocca asciutta. Finalmente posso accodare anche il mio.
Menaresta è un birrificio solido che da sempre preferisce far parlare le proprie birre invece di chiacchierare e sgomitare per cercare un posto al sole. La sua storia è piuttosto curiosa, intrisa di quel sano spirito di artigianalità che ancora permea l'ambiente. Nasce nel 2007 in Brianza, territorio con il quale il legame è molto forte, dalla caparbietà di Enrico Dosoli, che si occupa della birrificazione, e Marco Rubelli, anima amministrativa. Nella gran parte delle loro ricette è comune l'utilizzo di materie prime inusuali, spezie, fiori, frutti, innestate su ricette dal respiro "classico".
Nel 2008 si affaccia alle porte del birrificio Marco Valeriani, appassionato homebrewer con il quale nasce un'amicizia che a poco a poco si trasforma in collaborazione. Dallo sviluppo della ricetta di una Double IPA nasce così il progetto 22, progetto che ben presto viene ribattezzato 22 La Verguenza a causa dei magri risultati ottenuti da quella birra - classificata solo ventiduesima - ad un concorso homebrewing a cui Marco partecipò con una realizzazione casalinga. Un po' di autoironia non guasta. Quella birra ne ha fatta di strada, tanto che oggi è unanimemente considerata una delle migliori in Italia nel suo stile. Di strada ne ha fatta anche la collaborazione di Marco con Enrico e (l'altro) Marco tanto che infine ha abbandonato il suo lavoro nel controllo qualità presso una nota industria dolciaria - praticamente girava il mondo assaggiando cioccolatini, un lavoro che se te lo raccontano non ci credi - per entrare in pianta stabile nell'organico del birrificio in qualità di birraio. Le sue ricette originali, marchiate "produzione Marco Valeriani", sono andate ad impreziosire il già ricco catalogo di Menaresta dando un tocco di modernità al ventaglio di stili proposti. Curiose le etichette delle varie incarnazioni della Verguenza, dove campeggia sempre una caricatura di Marco con le orecchie da asino che ricorda, come ha sagacemente fatto notare una nota food-blogger italiana, l'indimenticabile Alvaro Vitali...
La Verguenza Summer è una reincarnazione della ricetta base Verguenza nel ruolo di session beer estiva. Dalla forza alcolica e luppolata della Double IPA originale qui si scende ad una più equilibrata e scorrevole American IPA di 6%. Rispetto alle interpretazioni usuali dello stile, che normalmente non disdegnano comunque un certo impeto, qui l'approccio ferragostano viene invece mirabilmente esaltato, tanto che la facilità di bevuta sembra più da golden ale britannica che da cingolato luppolato della West Coast americana. Il colore è quel dorato che a me piace tanto in questo stile, e che ci segnala che dolcioni e derive caramellose sono state messe al bando. La schiuma è fitta e persistente, lievemente opalescente l'aspetto. L'impatto olfattivo è prevedibile visto lo stile, ma felicemente espressivo e piacevole, con una carrellata di agrumi in cui svetta il pompelmo e il mandarino, quindi un tropicale di mango e note balsamiche, pinose, e speziate. Dietro, nascosta, fa capolino anche una fragolina di bosco. È un olfatto gentile però più che la "volgare ostentazione di potenza" (cit.) che questo stile a volte ci riserva, coadiuvato anche dalla presenza di nobili luppoli europei, erbacei e floreali. Lo stesso garbo lo ritroviamo al sorso, dove l'amaro è eccellentemente calibrato su corpo leggero e mielato, abbastanza watery, mentre ovviamente l'aroma ricco e robusto dei luppoli la fa da padrone. Equilibrata e beverina, ma di carattere, birra da mettere in cambusa in attesa della canicola.