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Dieci anni fa l'ingegnere Rob Rhinehart ha creato un "beverone" che contiene, in teoria, tutto quello di cui ha bisogno una persona per funzionare: il Soylent. Il prodotto è ancora in vendita, e ora ha anche dei concorrenti.
2022 - I sopravvissuti è un film del 1973 con protagonista Charlton Heston. Parla di un futuro (il nostro presente) dove la sovrappopolazione ha creato una crisi ambientale e alimentare. Quando possibile, le persone si nutrono di barrette colorate chiamate Soylent. Di cosa è fatto il Soylent? Bisogna vedere il film. Qui vi diciamo solo che gli ingredienti sono cambiati rispetto al romanzo da cui è tratto (Make Room! Make Room! di Harry Harrison), dove Soylent stava per soia e lenticchie. Dal 2013, però, esiste davvero un prodotto chiamato Soylent, e il suo creatore lo ha ideato per nutrirsi senza dover per forza mangiare.
Nel 2012 Rob Rhinehart, un venticinquenne ingegnere informatico, viveva in un piccolo appartamento assieme a due colleghi. Cercavano di fare fortuna nella Silicon Valley, in California, ma in quel momento i soldi scarseggiavano. Dopo aver tagliato ogni spesa possibile, Rhinehart cominciò a riflettere sull’alimentazione: ci si poteva nutrire bene in modo più efficiente? Perché il buon cibo ha un costo, e serve tempo per prepararlo e mangiarlo. Rhinehart si convinse che quello che conta davvero sono i nutrienti che contiene. In altre parole, ci servono i carboidrati, non il pane. Lesse tutto quello poteva sulla biochimica della nutrizione e fece una lista di 35 nutrienti sufficienti a farci “funzionare”. Poi li ordinò su internet, sotto forma di integratori in polvere, pastiglie e barrette, e li usò per preparare una bevanda da assumere in sostituzione dei pasti. Infine, la testò su di sé per un mese.
Il 13 febbraio 2013 Rob Rhinehart condivise i risultati del test sul suo blog. Con appena cinquanta dollari si era nutrito per un mese, e aveva risparmiato due ore al giorno. In più, raccontò che con questa particolare dieta la sua salute era nettamente migliorata, e lo dimostravano gli esami e i chili persi. Poi rivelò al mondo la sua “filosofia”: il cibo dovrebbe servirci solo per socializzare, per svago. La maggior parte dei nostri pasti non è memorabile, ci serve solo come carburante. Perché allora non sostituire questi ultimi con qualcosa di più economico e comodo? Senza contare i vantaggi dal punto di vista ambientale (è interamente vegano) e la possibilità di eliminare il problema delle allergie. Il post, che battezzava anche il prodotto come Soylent, divenne virale. In breve, l’idea attrasse dei finanziatori, e il Soylent diventò realtà.
Non era un’idea originale: nonostante la “filosofia” si trattava solo di pasto sostitutivo, come ne esistevano altri. Ma invece di venderlo a chi voleva perdere qualche chilo, o a chi faceva sport particolari, questa volta il marketing puntava ai giovani innamorati della tecnologia e dell’efficienza, come l’inventore. Più in generale, chiunque poteva essere interessato a provarlo.
Sono passati dieci anni, e nel 2022 il nostro mondo, se pure molto ammaccato, non è come quello immaginato nel film. Però il Soylent di Rhinehart c’è. Nel 2021 è stato annunciato che l’azienda è andata per la prima volta in attivo, e ora vende Soylent in diversi gusti e forme (proprio come qualsiasi prodotto dietetico…). Non manca la concorrenza: a colpi di marketing Soylent deve difendersi dal britannico Huel (Human fuel, cioè carburante per umani). Il mercato dei pasti sostitutivi continua ad aumentare, e a giudicare dalla clientela pare che sempre più persone vivano vite intense e stressanti, al punto che ci sembra “ragionevole” barattare un pasto con un carburante. Qualcuno potrebbe dire che se c’è un problema non è nel cibo…