L'offerta di incontri è rutilante, e moderna. Degustazioni di vini e prodotti, cene con chef del calibro di Cristina Bowerman, corsi di cucina. Una vivacità inedita, ignota alle abitudini sonnacchiose di molte attività locali. La risposta dell'utenza è stata immediata, e l'impressione è che si cerchi di tenere alta la curiosità, anche sui prodotti a scaffale. Molti cartelli, molte spiegazioni, anche perché (come da Eataly), la qualità ha un costo che deve essere motivato, argomentato, compreso prima che giustificato. Diversamente da Eataly, gli spazi ridotti costringono Cucina.eat alla scelta, alla ricerca del dettaglio, a suggerire e indirizzare.
Gli orari assecondano i pasti ma si concedono allo shopping. Si fa seconda colazione dalle 10.00, pranzo fino alle 14.30, e si riapre alle 17.30 per una pausa pomeridiana con dolci, torte, tisane e caffetteria varia. La sera si chiude alle 22.30, dopo una cena poco impegnativa. L'obbiettivo è l'orario continuato, un'intenzione che è anche una promessa per far fare l'ultimo salto dentro l'attualità commerciale. Come a Roma, come a Milano. Il resto c'è già tutto, manca solo questo.