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Si tratta dell'Alice Italian Food Academy, dedicata alla cucina italiana e che si rivolge agli studenti che vivono delle baraccopoli di Nairobi.
18 studenti (4 ragazzi e 14 ragazze), 14 settimane, 500 ore di lezione di cui 322 di laboratorio pratico, 70 di lezioni teoriche, 28 ore di lingua e cultura italiana e 84 di service in quel di Nairobi. Si imparerà a realizzare pasta, riso, zuppe, pizze, focacce, secondi, timballi e, naturalmente dessert, insomma i fondamentali della tradizione gastronomica tricolore. Dopo due anni di stop a causa della pandemia - che in Kenya aveva innescato una grave crisi alimentare - ha preso il via il 29 agosto la terza edizione dell’Alice Italian Food Academy, la prima scuola professionale dell’Associazione Alice For Children dedicata alla cucina italiana con sede a Nairobi e pensata per gli studenti provenienti dalle baraccopoli e dall'orfanotrofio gestito dall’associazione che già frequentano l'istituto tecnico della città a indirizzo Food & Beverage. Un corso di approfondimento che permette ai ragazzi di consolidare i loro studi, con la possibilità di trovare un posto di lavoro nell’ambito della ristorazione e nel settore turistico.
In questi tre mesi di scuola, gli studenti vivono tutti insieme in un campus e sono seguiti da tre docenti: Nadia Gherardi, professoressa in un istituto alberghiero di Genova, che già nel 2019 aveva svolto il medesimo ruolo. Cosa risulta più difficile da imparare per gli studenti in base alla sua esperienza? Secondo Gherardi “il rispetto dei tempi e delle proporzioni degli ingredienti”. Mentre il momento più bello già vissuto è quando si sono invertiti i ruoli, ovvero gli studenti hanno cucinato appositamente per lei un piatto keniota.
Nella “brigata” c’è anche lo chef Luca Catanese, che vive in Kenya da diversi anni e che è convinto che una buona preparazione potrà dare agli studenti buone prospettive, in quanto non mancano a Nairobi ristoranti di cucina italiana, tra l’altro molto apprezzata. Last but not least, Rodgers Omondi, che da ex studente torta in versione docente e assistente. Il ricordo migliore? “Non potrò mai dimenticare l'Italian Cooking Competition (che avevamo seguito anche noi) che era stata organizzata all’interno della cucina tra i diversi studenti. Non pensavo proprio che il nostro gruppo si sarebbe classificato secondo!” E ancora dice: “Il corso di cucina italiana ha aiutato la mia carriera a prender slancio e mi ha dato grande voglia di fare. Ha rappresentato una svolta nella mia vita, non soltanto professionale”.
L’Alice Italian Food Academy è una scuola di cucina italiana unica nel suo genere, che oltre ai saperi più istituzionali, regala anche degli scambi che avvengono in modo naturale, magari imprevisti, come spiega Gherardi: “è divertente incrociare ed ibridare le ricette e le tecniche italiane con gli ingredienti e le tecniche del posto, con risultati a volte esaltanti!”
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