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È un cereale, è senza glutine, ha un lieve retrogusto di nocciola, si può usare al posto del riso, arriva dall’Africa e si sta diffondendo in Europa anche grazie a un’azienda italiana. Qui lo conosciamo meglio.
A inizio 2019, lo studio “50 Foods for Healthier People and Healthier Planet” aveva inserito il fonio tra i “50 alimenti del futuro”, che sarebbero “ottimi per il benessere del pianeta e delle persone”. Prima ancora, alla fine del 2018, la Commissione europea aveva approvato l’introduzione e la commercializzazione del fonio nel territorio dell’UE, su proposta della società italiana Obà Food.
Avevano dovuto approvarlo perché il fonio arriva da lontano: questo cereale è coltivato e consumato in Africa da oltre 5 mila anni, e solo di recente ha iniziato a essere apprezzato anche dalle nostre parti. Di seguito vediamo di capire perché, rispondendo alle 5 domande più diffuse sul fonio.
Lo chiamiamo così perché abbiamo occidentalizzato la parola foño, che è il suo nome in lingua wolof, un idioma tipico di Senegal, Mauritania e Gambia. E il fonio arriva da lì, dalla regione africana nota come Sahel, una lingua di terra non molto accogliente che sta fra il deserto del Sahara e la savana: la Guinea, da sola, produce più o meno il 70-80% di tutto il fonio coltivato nel mondo. Riescono a farlo perché la pianta da cui deriva, che si chiama Digitaria exilis e fa parte delle Poaceae, è particolarmente resistente alla siccità e ai climi aridi. Leggenda vuole che il dio Amma realizzò l’universo proprio partendo dall'esplosione di un chicco di fonio che si trovava nel cosiddetto “uovo del mondo”.
È uno dei tanti derivati del fonio, che è un cereale soffice, un po’ gommoso e dal retrogusto di nocciola, che anche in Occidente si trova ormai in versione pilaf, sotto forma di chips e appunto come farina. In particolare, è una farina di tipo 1, particolarmente elastica, che si può usare per la preparazione di torte, biscotti, polpette, pane, focaccia, pizza e pasta fresca.
Secondo lo chef senegalese Pierre Thiam, che per fare conoscere il fonio nel mondo ha fondato un’azienda (Yolélé) finanziata pure da Bill e Melinda Gates, questo cereale senza glutine è molto nutriente e ricco di vitamine e fibre. Come si dice in questi casi, è un super food, nel senso che ne bastano piccole quantità per apprezzarne gli effetti benefici.
Non solo: secondo gli agronomi, il fonio farebbe anche bene al suolo, perché ha radici molto estese che permettono alle sostanze nutritive di andare in profondità nel terreno, e pure fa bene alle persone che lo coltivano in Africa, perché il suo commercio permette loro di sostenersi e di fare crescere le comunità dove stanno.
È più facile di quello che si potrebbe pensare: il fonio, che in cucina si può usare in minestre e insalate, sia fritto sia bollito, oppure come alternativa a riso e cous cous, si compra ormai anche nei supermercati, oltre che in alcune erboristerie e nei negozi di alimenti biologici. Yolélé ha uno shop online, ma non spedisce in Italia, mentre Obà Food ovviamente sì.
C’entra appunto per Obà Food, che è un’azienda italiana (romana, per la precisione) che è stata la prima in Europa a credere in questo alimento e ad avviare l’iter per la sua approvazione come Novel Food con l’Autorità UE per la Sicurezza alimentare. Come si capisce, il fonio è un cereale che richiede poca acqua e si adatta a terreni molto aridi e dunque potrebbe essere un’ottima risorsa per contrastare la malnutrizione, non solo in Africa. È un cibo sostenibile, e quelli di Obà Food fanno bene a dirsi “molto orgogliosi” per avere dato un “piccolo contributo alla biodiversità alimentare”.
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