Non si può dire che a Ghislandi, Paolo Carlo, difetti l'ardore nè l'ardire: va ora a spumantizzare il suo Timorasso, in purezza, legandolo ad un altro dei suoi immaginifici titoli.
Autoclave, e un bel tratto alcoolico di targa, ben 13°, che lo caratterizzano.
Ha colore verde grigio, con spuma rapida ma non immensa, anzi misurata e leggera. Ha perlaggio denso e sparso, inesauribilie.
I profumi sono delicati ed agili, a disegnare un naso piccolo e composto. Ha qualche pezzo d'agrume frutto, ricordo di cedro, e altre riconoscibili lontananze: la buccia della mela verde, ad esempio, in architettura generalmente educata.
A fronte invece un sorso che ha forte l'istinto salato, all'inizio, salvo poi diluirsi nelle effervescenze e un centro puntuto, fresco. Bevibile.
Un accenno di complessità per un finale amarevole, non troppo lungo.
Un bicchiere gradevole, in cerca di una sua personalità.