Nerello Mascalese, 2012, in purezza, sotto il caratteristico sigillo di cera d'api. Quattordici gradi e dispari, e trovarsi in fondo alla bottiglia mentre stai ancora leggendo l'etichetta. "Contrada Cerasa - Monreale (PA)". Sicilianesimo salivante elevato a potenza, dentro un bicchiere nero e rosso, i filamenti roventi attorno, lapilli carminio, archi altissimi a sesto acuto.
Naso maschio, stretto, ombroso, quasi rattrappito attorno all'animale, ma sottile, anzi: delicato. Piccole le spezie, dolci. Piccoli i segnali del forno: farina cotta, pani aromatizzati con erbe officinali, erbe dell'orto, rosmarino, anche l'eucalipto freddo, sospinti al largo da una brezza colorita e insistita. Curiosa, questa trama diafana e testarda, che non accenna a declinare.
E poi l'assaggio, liquido tra gli alcoli, sospeso ad un tannino spinoso e antico, desertico, che smeriglia via il sorso fino al mezzo in cui risorge il sole e il calore, stropicciando l'ultimo palato prima di un declino sopraccigliuto e corrugato.
Vino tutt'altro che flebile, ma sagace al punto da scomparire dal bicchiere.