Càntele: l'accento è sulla "a". Negroamaro: impariamo che significa nero-nero, dal latino niger e dal greco mavros (mαύρος). Niente amarezza, dunque stornando quella prossimità che ti resta facilmente nell'idea.
In effetti è nero: oscuro nel rubino, sanguinoso nel cuore, porpora nei brillanti riflessi sul bordo. Materia sottile ma tenace, aggrappata al vetro.
Anche il naso è scuro: saggio d'ombre di cantina: la batteria delle frutta rosse è cesellata da una spezia fine e puntuta, diritta, per una sensazione schiettamente maschia.
Le ombre umide ricordano la sabbia di fiume, sempre pronte ad aggrumarsi.
Il sorso è convincente fin dall'attacco, che prende subito e bene. La progressione è decisa, il bicchiere si fa spesso senza essere fitto, acquistando nella seconda parte del sorso una levità insospettata, non disgiunta da una freschezza sorridente.
Per poco più di cinque eurini, un bicchiere nobilmente quotidiano.