L’ho già scritto che era proprio il caso di ritornare, dopo qualche tempo, nell’amato Alto Adige, pardon, Süd Tirol, a Bozen, per l’edizione 2014 di una rassegna minore nelle dimensioni, ma non nell’organizzazione e nella riuscita come Autochtona, Forum nazionale dei vini autoctoni svoltosi in anteprima alla rassegna Hotel presso Fiera Bolzano.
Proprio ad Autochtona, nella mia breve presenza in fiera, prima di aspettare che si svolgesse il giorno successivo Vinea Tirolensis, banco d’assaggio dei vini, spesso strepitosi, prodotti dai membri dell’Associazione Vignaioli Alto Adige, o Freie Weinbauern Südtirol, oltre a ritrovare vini e amici già noti, ad esempio Stefano Garofano, ovvero il rosato salentino per antonomasia, il Girofle, e scoprire che il Fiano Minutolo, o meglio, Minutolo tout court, di Polvanera era ancora più buono del solito. O che il Sorbara metodo classico della Cantina della Volta di Bomporto sia letteralmente da sballo.
Valeva la pena salire fino a Bolzano anche per scoprire un rosato che non avevo mai assaggiato e mi è piaciuto d’istinto. Un Lagrein Kretzer direte voi, magari quello fantasmagorico di Nusserhof. Macché, il rosato sorpresa viene, e non mi stupisce, perché è da tempo che considero questa regione una culla di ottimi rosati da vitigni autoctoni (scorrete l’archivio del Cucchiaio e vedrete di quanti rosati di quella terra ho già scritto), nientemeno che dalle Marche, da quella zona incantevole che è il Monte Cònero, all'interno dell'omonimo parco naturale, ed il filo rosso di questo rosato è, inutile dirlo, il Montepulciano.
L’azienda, proprietà della famiglia Chiucconi e condotta dai due giovani fratelli Lorenzo e Matteo, classe 1975 e 1978 (beati loro..), studi di Economia e Finanza il primo, anche Vice Presidente Provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori, laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie nonché quella in Viticoltura ed Enologia per il secondo (all’attivo esperienze di cellar worker, aiuto enologo, responsabile di laboratorio, enologo-direttore in Italia, Australia, Grecia, California), si chiama Angeli di Varano e imbottiglia a nome proprio dal 2010. E conta su tre vigneti, su terreni collinari terreni a medio impasto con strati calcarei, con esposizioni Nord-Sud, “Vigna del Lepre”, Ovest-Est, “Vigna del Cinghiale” e Nord Ovest - Sud Est, “Vigna Italia”, dove sono stati impiantati cloni diversi di Montepulciano.
Loro, i Chiucconi, dicono che la loro “filosofia è chiara e semplice: equilibrio dei vigneti, minima produzione e massima qualità”, e mi sembra che lo dimostrino con questo rosato, curiosamente denominato Pink o Nero (ma anche gli altri vini hanno nomi di fantasia, dal Verdicchio in purezza denominato Clandestino al Rosso Conero riserva chiamato Stile libero al Rosso Conero Primo di te…), che al mio assaggio bolzanino mi ha convinto senza se ne ma. Dunque Montepulciano in purezza le uve, provenienti da Vigna Italia e Vigna del cinghiale, allevamento a contro-spalliera con potatura a guyot poste su terreno pleistocenico, con argilla in profondità e sabbioso-calcareo in superficie, raccolte scalarmente a fine settembre, per un vino realizzato con la tecnica del salasso dalle bucce dopo circa un giorno di contatto, fermentazione a temperatura controllata in serbatoi di acciaio, di cui l’azienda suggerisce l’abbinamento a primi piatti di pesce e carne, brodetto all’anconetana, formaggi di media stagionatura, nonché vino da inusuale aperitivo (io aggiungerei che anche su delle melanzane alla parmigiana o del coniglio in porchetta andrebbe benone).
Colore cerasuolo brillante luminoso, presenta un naso molto intenso, ciliegioso, succoso e fragrante, con note floreali di rosa, erbe aromatiche e ricordi di piccoli frutti tipo il ribes. In bocca è ben sapido, nervoso, scattante, fresco, ricco di polpa e carattere, ben bilanciato, con una bella persistenza lunga, salata e minerale ed un bell’equilibrio e nerbo, favorito anche da un’acidità viva e da una bella freschezza. L’ennesima conferma che le Marche, oltre che terra di Verdicchio (dei Castelli di Jesi e di Matelica), di Rosso Conero e di moltissimi altri vini interessanti, in bianco ed in rosso, è anche terra vocata per i rosati.