Lo produce la cantina cooperativa
Cincinnato, impegnata in commendevoli attività di rispetto dell'ambiente e del territorio, oltre alla valorizzazione di vitigni quasi dispersi.
Questo Lazio Rosso è ottenuto con tecniche convenzionali, incluso il passaggio in barriques di 12 mesi. Dev'essere quindi la forza del vitigno che lo astrae da tanti prodotti rossi laziali quasi masticabili per fittezza.
La concentrazione c'è, ed è dichiarata da quel colore rosso carminio-rubino, profondo nel mezzo e scuro, e da quella trama lieve ma ferma.
Il profumo è aperto da una folata alcoolica nitida e beneaugurante, che apre la pista a tratti asciutti e lineari, quasi geometrici: frutto sotto spirito di facile richiamo, poi sfumature che richiamano la terra umida, la foglia di compostaggio, e un graffio minerale bituminoso, appeso alla sensazione ematico ferruginosa che pervade.
Schietto e personale il sorso: tannini in batteria al primo acchito, poi rincorsi dalla scossa elettrica dell'alcool, e nella progressione - decisa ma senza eroismi - che al culmine della parabola: convince quel fresco d'ombra che prende la seconda parte dell'assaggio, inverdito da una bella frustata acida, e chiuso da un rampino amaro sottilissimo, tanto da scomparire con l'ossigenazione.
Un bel bicchiere cangiante e dinamico.