Non è un mistero per nessuno, tantomeno per i lettori di questa rubrica che tra i Franciacorta Rosé mi piacciano in particolare quelli dove il Pinot nero la fa da padrone e dominatore e dove lo Chardonnay non compare. Questo a dispetto di un disciplinare di produzione, che mi appare sempre più incongruo, che continua a consentire di etichettare Franciacorta Rosé quando il nobile vitigno rosso borgognone figura con solo il 25%. Certo, si potrà discettare che in quella storica zona vinicola francese del nord, come si chiama?, si producono eccellenti “méthode champenoise” con una presenza significativa di Chardonnay, e potrà citarmi a testimonianza Pol Roger, Ruinart, Roederer, Billecart-Salmon dove il Pinot nero è minoritario rispetto allo Chardonnay e addirittura paritario con il Pinot Meunier, oppure la mitica Cuvée Elisabeth Salmon dove Pinot noir e Chardonnay se la giocano alla pari, ma cosa ci volete fare, à chacun sa luxure, a me il Franciacorta Rosé piace soprattutto quando clamorosamente e rischiosamente pinotnereggiante senza compromessi.
Uno degli oggetti privilegiati del mio desiderio, parlo ovviamente di “bollicine” rosate bresciane, è diventato da qualche anno, da quando l’ho assaggiato per la prima volta, un Rosé Pinot nero 100%, dove si utilizza solo il primo fiore della pigiatura, che si fa notare, tra gli altri motivi, per il prezzo più elevato rispetto alle media degli omologhi rosati franciacortini (intorno ai 34 euro sullo scaffale) e per la forma particolare, larga e panciuta, della bottiglia, opera, come etichetta e packaging del label designer orobico Giacomo Bersanetti.
Questo Franciacorta Rosé è prodotto da un’azienda agricola orgogliosamente con sede in Erbusco, che sta alla Franciacorta, come Epernay sta alla Champagne, che si chiama
Derbusco Cives, ovvero “cittadini di Erbusco”, e conta su 12 ettari di vigneto sono collocati nel cuore di Erbusco. La filosofia della cantina e del personaggio,
Giuseppe Vezzoli, già ottimo produttore
con la propria azienda, ovviamente ad Erbusco, di un esemplare Rosé, si riassume in pigiature estremamente soffici, selezione rigorosa delle partite, lunghissimi affinamenti a contatto sui lieviti, confezionamento in bottiglie di forma speciale, appositamente studiate per favorire la naturale maturazione dei vini. A me questo loro Rosé millesimato, che prevede una breve macerazione delle uve di poche ore per ottenere il colore desiderato, un affinamento di una parte del vino di base si affina in legno e una sosta sui lieviti di almeno 44 mesi piace senza discussioni. E soprattutto piace alla persona, mia musa ispiratrice, grande appassionata di bollicine e di rosati, che degusta, con severità superiore alla mia, insieme a me e giudica con competenza pregi e difetti dei vini e delle “bollicine” che sottopongo alla sua attenzione.
Da un campione con sboccatura risalente al novembre 2011 ho, ma che dico, abbiamo ricavato queste impressioni: colore buccia di cipolla, l’azienda lo definisce “colore buccia di cipolla “antico”, salmone norvegese, cipria, pallido, ma di grande brillantezza e luminosità, perlage sottile e continuo. Il naso è molto compatto, fitto, di notevole complessità ed eleganza, dominato da una componente agrumata spiccata (soprattutto pompelmo rosa) abbinato a note di pesca bianca, pera, mandorla non tostata, e una sfumata presenza di piccoli frutti rossi di bosco, in particolare ribes e lampone, di fiori bianchi (glicine) a comporre un insieme fresco e vivo. La bocca è ampia e carnosa sin dal primo impatto, di saldo carattere, voluminosa e consistente, di grande persistenza e ricchezza di sapore, ma vivacizzata e tenuta desta ed in bella tensione da un nerbo minerale spiccato, un’acidità ben calibrata che dà slancio, dinamismo e verticalità e assicura una beva, soprattutto l’abbinamento avviene con carni bianche, pollo, coniglio, oltre che pesci in preparazioni di un certo impegno e salsate, veramente contagiosa e di assoluta piacevolezza. Un Franciacorta Rosé importante ed esemplare, che merita di essere provato.
Voglio segnalare che la cantina di Derbusco Cives, da poco completata, dispone di un’accogliente sala degustazione e punto vendita aperta in questi orari: lunedì dalle 14 alle 19, giovedì, venerdì, sabato dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 22, domenica dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 20.