Quale azienda e quale vino scegliere, mi sono chiesto, per proporre ai lettori del Cucchiaio d’Argento un Franciacorta per brindare all'inizio del nuovo anno? Senza pensarci troppo ho subito deciso che non poteva essere, tra i tanti marchi (più di cento) di questa dinamica zona vinicola bresciana sinonimo di metodo classico, che
Cavalleri. I motivi sono molteplici.
Perché ha sede ad Erbusco, che è la capitale della Franciacorta e patria di molti dei suoi vigneti più vocati, perché è una delle aziende storiche, uno degli autentici caposaldi e punti di riferimento di questa denominazione, proprietà di una famiglia che possedeva terreni in questo villaggio già nel 1450.
Perché le prime bottiglie di vino etichettate e commercializzate con il nome di famiglia, “Gian Paolo e Giovanni Cavalleri”, risalgono al 1968 e le prime bottiglie di “bollicine” 6000, furono prodotte nel lontano 1979, e l’azienda oggi dispone di 45 ettari di vigneto (di età compresa tra i dieci e i trentacinque anni, con un’età media di venti, in gran parte situati in alta collina, nei comuni di Erbusco ed Adro) ben 37 dei quali sono destinati alla produzione di Franciacorta e Curtefranca Bianco, vitati con uve Chardonnay
.
E poi perché mi onoro di conoscere quest’azienda dal lontano 1987
, ho avuto la fortuna di conoscere l’indimenticabile
Giovanni Cavalleri, splendida figura che fu anche presidente del Consorzio Franciacorta, e uno dei personaggi di riferimento nella fase di fondazione e di crescita dell’ente di rappresentanza dei produttori
, e mi considero amico della figlia Giulia
, patronne della Maison, dove sono entrate forze nuove come la figlia Diletta e il nipote Francesco.
E poi, un pizzico di attenzione all’attualità, perché di recente, dopo diversi anni di assenza, Cavalleri ha preso la grande decisione di rientrare, in punta di piedi, nel
Consorzio Franciacorta da cui è rimasto fuori per qualche tempo. E Cavalleri è sicuramente una delle aziende simbolo della Franciacorta, e tra quelle che maggiormente hanno contribuito a fare conoscere questa terra bresciana agli appassionati di “bollicine”.
Scelta l’azienda, quale cuvée scegliere tra le tante, tutte eccellenti? Anche in questo caso non ho avuto dubbi e ho puntato subito sul prodotto simbolo, il
Blanc de Blancs, prodotto in qualcosa come 110.000 bottiglie da 0,75 e 7.000 Magnum, il Blanc de Blancs, Chardonnay in purezza, assemblaggio di tutti i nostri vigneti atti a Franciacorta DOCG situati sulle colline attorno ad Erbusco, non millesimato, ma con la maggior parte, 85%, delle uve provenienti dalla vendemmia 2010, annata così straordinaria da suggerire di dosare questo Franciacorta con una
liqueur senza zucchero, e per il 15% dalla 2009.
Vino prodotto con fermentazione in acciaio (85%), in botte grande di rovere (10%) e in barrique vecchie (5%), affinamento sui lieviti di minimo 24 mesi, e ben 9 dégorgement, da aprile a dicembre 2013, per disporre di un prodotto sempre fresco e
appealing. Un Franciacorta, il Blanc de Blancs, di cui si celebra il primo decennio in bottiglia trasparente, adottata, dicono i Cavalleri, “per mostrarci, fin dal primo sguardo, così come siamo”.
Un vino figlio di una produzione media in vigna di 65 quintali ettaro (55 litri di vino da ogni quintale di uva, con tiraggio avvenuto nel maggio 2011 e
remuage manuale protrattosi quattro settimane) di cui vale la pena citare alcuni valori analitici: 15 mg/lt di solfiti, solforosa libera 20 mg. litro, solforosa totale 55 mg.litro e acidità di 6,6. Di questo Blanc de Blanc ho avuto occasione di degustare la versione che definirei 2010 e quella, in fieri, 2011 (cuvée che sarà così composta: uve del 2008 5%; uve del 2010 15%; uve del 2011 80%) sia in bottiglia che in magnum, ottenendo riscontri sempre entusiasmanti.
La
current release in sette decimi dal colore squillante per intensità e brillantezza, un paglierino oro vivo, con perlage sottile e continuo, naso molto denso e caldo, con note di frutta ben matura, frutta secca non tostata, alloro un tocco minerale e petroso. Bocca larga, viva, nervosa, con bella larghezza e allungo sapido e preciso, bolla croccante, grande ampiezza, morbidezza calibrata, acidità giusta e finale lungo e teso ben salato di grande piacevolezza e nerbo.
Il magnum con sboccatura primavera 2013, con colore ancora più intenso, un bellissimo naso salato minerale, mandorlato, tutto fiori bianchi e agrumi di bella continuità ed in bocca grandissimo equilibrio e piacevolezza bel sale acidità perfetta, lunghissimo dinamico teso pieno di sapore, un vino che ha una piacevolezza contagiosa tanto che ne berresti un magnum…
Vi consiglio di annotarvi la prossima uscita a maggioranza di uve del 2011, prodotta in 140 mila esemplari: colore paglierino oro delicato, naso fine, elegante, citrino e floreale molto vivo. In bocca colpisce con una bellissima acidità e nerbo, grande equilibrio e magnifica giovinezza, con potenziale di evoluzione importante, rotondo ma non piacione, con lunga persistenza e ricchezza di carattere.
E con “bollicine” come queste la Franciacorta non teme davvero confronti….