Sono passati 40 anni da quando
Sandro Fay nel 1973 dà vita all'azienda agricola di San Giacomo di Teglio (SO) partendo dai vigneti di famiglia. Oggi a presentare il vino alla degustazione organizzata dall'AIS Lombardia con i premiati sulla
Guida Viniplus c'è suo figlio, Marco, che insieme alla sorella Elena affianca il padre già dal 1998. Marco ha gli occhi intuitivi e cerca subito di capire quanto ne sai per decidere da quale punto deve cominciare a raccontarti la sua Valtellina, anche se ogni tanto si interrompe per un sorrisoconsapevole, mentre passa qualcuno ad assaggiare il vino e chiede "non c'è tuo papà?". "No, è su in cantina ma glielo saluto". Sandro Fay ha dato una interpretazione attenta alle sue vigne, basando la produzione prima sulla posizione altimetrica e poi sulla presenza di caratteristiche peculiari nella singola parcella. L'altitudine in tun territori comela Valtellina è un elemento chiave per comprendere la personalità di un vino. Marco spiega con parole semplici che nella fascia tra i 350 e i 900 metri sul livello del mare il Nebbiolo - che qui viene colivato nella varietà Chiavennasca - si esprime con tratti differenti, anche in relazione all'esposizione del terrazzamento. Attorno ai 550 metri c'è quella che Marco spiega essere la "fascia di inversione termica" dove i fronti caldi di aria si sovrappongono a quelli freddi. Specie nell'esposizione a Est le uve maturano con una particolare armoniosità, ed è possibile lavorare per vigneti, che sono poi dei toponimi, come Cà Moréi.
Cà Moréi 2010 un vino fresco ma ricco di complessità, con fermentazione alcolica in vasche di acciaio per 2 settimane con lunga macerazione, cui segue la fermentazione malolattica e maturazione per 12 mesi in barriques, per la maggior parte di secondo e terzo passaggio. Un calice di intensità elegante che dal colore rubino svela i segni di una gioventù non priva di carattere. La frutta rossa è croccante e ricca di sfumature speziate e floreali già nei profumi. Il sorso non nasconde un tannino raffinato che accompagna una freschezza composta e affascinante. Non manca la profondità, con un finale teso e preciso, ma per apprezzarne il tratto il Nebbiolo di montagna richiede un po' di attesa.