E’ difficile non riconoscere le loro bottiglie, viste le etichette, tutte caratterizzate
da strisce orizzontali colorate, di cui sono dotate. Magari non saranno un capolavoro di eleganza nel design, ma quel più conta è che si fanno notare e che sono facilmente riconoscibili sullo scaffale.
Nel panorama delle aziende gardesane, la la
Famiglia Olivini di San Martino della Battaglia, che nasce nel 1970, e che vede tre giovani imprenditori Giorgio, Giordana e Giovanni scegliere di condividere il legame che i genitori Graziella e Giulio da anni sentono per questa terra, quella adiacente al lago di Garda, speciale, si è ritagliata un proprio spazio con una produzione che ha il punto forte nei Lugana, ben cinque, due fermi, un passito e due metodo classico (a proposito producono anche un interessante Brut Rosé dalle uve tradizionali del Chiaretto) e che comprende gli altri vini, anche il Rosso Garda Classico e un Merlot Igt.
Non so molto di questa azienda, se non che “negli ultimi anni l’azienda ha lavorato molto sulla caratterizzazione del Lugana, selezionando, dai propri vigneti più vecchi, i migliori ceppi che generano l’eccellenza di produzione dal punto di vista aromatico e di equilibrio acidico, propagando a seguito, per innesto, le gemme del prezioso materiale vegetativo e generando viti per i nuovi impianti in modo da conservare e ottimizzare il patrimonio varietale”.
Devo dire che ogni volta che ho assaggiato qualcuno dei loro vini, fermi o con le bollicine, mi sono trovato bene e ho riconosciuto la misura di uno stile aziendale che punta a realizzare vini che piacciano sia ai destinatari, i consumatori, sia a chi li produce. Dalla loro parte hanno il vantaggio di avere vigneti posti sulle “maledette”/benedette argille calcaree, che tanto danno fatiche in vigna e altrettanto appagano nei risultati e nei frutti e che conferiscono una particolare mineralità ai Lugana.
Bene mi è andata anche con il Garda Chiaretto 2003, ottenuto dalle uve classiche di questo rosato dell’area gardesana, Groppello Gentile, Marzemino, Barbera, Sangiovese, vinificato con la classica macerazione in rosso a temperatura controllata per pochissime ore (12-24 ore a seconda dell’annata) e dotato di un residuo zuccherino accettabile intorno ai cinque grammi litro.
Un vino che, ora che l’estate sembra – non è mai troppo tardi dopo le piogge di luglio e agosto e un bel settembre sul lago è qualcosa di meraviglioso – essere arrivata qui al nord per qualche giorno, gli Olivini consigliano come “piacevole aperitivo estivo, ottimo con pesce soprattutto di lago, alborelle fritte, sardine alla griglia e spaghetti al coregone, nonché in abbinamento alle carni bianche”. Ma per me andrebbe benone anche con una pizza non particolarmente e condita e anche con piatti dove il delicato pesce di lago è sostituito da quello, più saporito e profumato, di mare e da antipasti freddi a base di verdure.
Bello innanzitutto il colore, un rosa pallido brillante di vivace intensità, e molto fragrante, più floreale che fruttato e dotato di una notevole sapidità e freschezza, il naso, con accenni di rosa e rosmarino in evidenza. In bocca è abbastanza secco, sapido, di media consistenza, un frutto ben maturo ma ancora vivo e croccante, ben polputo, caratterizzato da equilibrio e finezza, da un nerbo acido che dà lunghezza e persistenza al sorso e fa bere bene. Nella galleria dei validi Chiaretti gardesani, tipologia in decisa crescita, uno di quei vini da tenere in considerazione.