Niente appunti: solo un'estasi mistica profonda e prolungata. Tutti i sensi a scampanellare, resi inadeguati da un'epifania di raro vigore.
Ridotti quasi a zero i giustificativi dell'età, ecco uno splendido quarantenne: appena un cedimento nel rubino rosso sangue; appena una virgola la saggezza - più che la maturità - innestata nell'aroma. Appena un accenno l'appoggio del sorso, omaggio al tempo passato.
Per il resto la severa eleganza di un cappotto di cammello a larghi reverse, di quelli che si vedevano nei film in bianco e nero; un succo di profondità vertiginosa, il palato allagato di sonorità solenni, quasi un organo da cattedrale.
Poi l'infinito resistere, l'infinito raccontare le stagioni.