L'Amarone Classico è un vino assolutamente peculiare, particolarmente apprezzato all'estero per l'unicità della tecnica di vinificazione che lo rende speciale, così ricca di tradizioni contadine dal sapore lontano. Dopo la vendemmia, tra le prime brume di ottobre, le uve vengono disposte all'interno di cassette aperte per un'asciugatura forzata e subito su graticci di bambù nelle grandi stanze dalle finestre dirimpettaie che un tempo erano granai, ad appassire lentamente all'aria che si fa novembrina e più severa, anche se si controlla la temperatura e l'umidità come in essicatoi. In questa fase di riposo le uve perdono parte dell'acqua dei chicchi (quasi il 35-40% del loro peso) e nel grappolo si concentrano zuccheri e aromi, fino ad avere in alcuni acini di Corvina dei tocchi di botrite a dare punte di dolcezza. Sandro Boscaini, che di Masi è tuttora l'anima e la guida, a questo metodo ha dato un nome che è quasi un marchio, posto sulle bottiglie con l'etichetta "Appaxximento", quasi a certificarne il rigore. Arriva gennaio e le uve di Corvina, Rondinella e Molinara sono pronte per la vinificazione: pigiatura, una lunga fermentazione in grandi botti di rovere di Slavonia o tini di inox, e quasi 2 mesi di macerazione sulle bucce, che verranno poi utilizzate per il Ripasso, in botti da 20 e 50 hl. L'affinamento in botti grandi di rovere e fusti di Allier e tonneaux per ulteriori 20/30 mesi consente di fissarne la profondità aromatica e dopo essere stato filtrato, resta ancora per almeno 4 mesi in bottiglia per arrivare a compimento.
L'Amarone Classico Costasera prende il nome da una caratteristica dei vigneti, posti in dolci colline sulle coste rivolte al tramonto, che nella Valpolicella Classica sono reputate per le uve destinate all'Amarone. I vigneti di Masi destinati al Costasera, rivolti verso le coste del Garda, beneficiano della luce riflessa dal lago, dei venti delicati e quindi di un clima più mite. Il Costasera 2004 arriva nel calice denso e cupo seppur con riflessi lucenti. Il suo corpo è materico e voluttuoso, avvolge con le note immediate di frutta, di bacche nere dolci e di ciliege mature in confettura, sfumate su cacao dolce e chiodo di garofano. Il pregio di tale intenistà di frutto è che quasi copre il potente carico alcolico, e in bocca la pesante densità pare passare in secondo piano perchè superata dall'effetto vellutato della struttura, morbidissima come una coperta di cachemire. Tutto ciò che può essere amato da chi in un vino non cerca i picchi di vette e baratri, ma sinuose onde di terra: rotondità, soffice dolcezza, sorsi turgidi e lenti.