L'Amarone è una tipologia unica: non si fa semplice subito. Per dire, questo Colle Cerè è nero, nel bicchiere, profondo come abissi, appena scalfito nell'unghia dove appare un'intenzione - ma non più di una intenzione - rubina. Il resto sono riflessi blu e densità viscosa.
Al naso l'impressione è forte, quasi un liquore al caffè. Tanti - non tantissimi - i 16 gradi d'etichetta. Il calore è deciso ed avvolgente, vibrante di potenza appena controllata. Le more, il ribes, le susine conservate, tutto conchiuso in una espressione stretta e profonda, ripiegata su se stessa.
Il sorso poi, rovente d'alcool, s'arrampica subito sull'estratto quasi untuoso, rilasciando piccanze nel mezzo, fino a terminare di colpo come un faro che si volta dall'altro lato. Restano frammenti inesplosi di una grandezza reboante che piacerà a molti.
Un bicchiere importante, a tratti anche faticoso, che trova il suo limite nella sua ombrosa imponenza.