Mi sembra di sentirle le vostre prevedibili e legittime obiezioni. Ma come, con la crisi che c’è, con le incertezze legate all’andamento dell’economia, alla precarietà politica, anche se ormai siamo entrati nell’era luminosa della Monarchia Presidenziale di Re Giorgio, questo ci viene a proporre una bottiglia di Cà del Bosco per avere la quale dobbiamo sborsare qualcosa come 120-130 euro? Ma stai pazziando Zilià?
Avete ragione, ma questo è un capolavoro, un vertice assoluto, il migliore rosé metodo classico italiano senza possibile discussione.
Nu babà enoico, qualcosa che purtroppo ha un prezzo – sono solo 5000 le bottiglie prodotte – da
happy few. E che sono consapevole renda questo vino praticamente inavvicinabile per i comuni mortali. Che magari, dopo aver letto e sospirato, faranno come ho fatto io davanti allo spettacolo di due meravigliose cravatte di
Kiton a 180 euro l’una avvistate in un negozio di via Tasso a Bergamo o alla sfolgorante classicità di un paio di scarpe in perfetto stile inglese da 400 euro ammirate in una vetrina di via Monte Napoleone a Milano. Ovvero guardare e tirare dritto. Benedicendo/maledicendo (perché un po’ di “sana” invidia sociale è consentita) coloro che, spero avendo pagato le tasse, si possono permettere simili sfizi.
Tornando a noi, a Bacco, alle “
bollicine” di questo Franciacorta riserva Cuvée Annamaria Clementi 2005 prodotto, io lo dico e chi se ne frega delle reazioni dei competitor, dalla numero uno delle aziende agricole franciacortine,
Cà del Bosco, devo dire, essendo già stato folgorato dal millesimo di esordio,
il 2003, nonché dal successivo 2004, di essere rimasto di sasso (e lo sono state altre persone che come me erano presenti alla presentazione in anteprima vinitalesca, ad esempio l’ambasciatrice del Franciacorta in terra polacca, Elisabeth Babinska Poletti), soggiogato, conquistato manu militari da questa terza dimostrazione della possibilità di grandezza assoluta di un Franciacorta Rosé.
L’ho già scritto e lo ripeto: ci troviamo di ad un capolavoro, ad un “
rosé de noir”, espressione di tre vigne storiche a Pinot Nero, dall’età media di 28 anni, ubicate nel Comune di Erbusco, Canelle 11, Poligono alto e Poligono basso, con uve vendemmiate il 24 agosto 2005, con resa media per ettaro di 7.400 chilogrammi di uva, equivalenti a 3.300 litri di vino (resa in vino: 45%), prodotto con tutte quelle cure, quasi maniacali, che fanno sì che ogni vino di Cà del Bosco ed in particolare di questa Cuvée che porta il nome della madre del deus ex machina dell’azienda, sia qualcosa di speciale e di raro.
Rimando a questo articolo per le note tecniche più dettagliate, che parlano di “breve macerazione delle uve alla temperatura di 14°C, soltanto poche ore per ottenere una particolare colorazione rosa intenso e un profilo aromatico di estrema finezza ed armonia”, di tutte “le fasi di vinificazione dei diversi vini base si svolgono in piccole botti di rovere, ottenute da legni selezionati e stagionati per almeno 3 anni, conservate in profonde cantine. Fermentazione alcolica, fermentazione malolattica ed affinamento in botte durano complessivamente 7 mesi.
La Cuvée Annamaria Clementi Rosé nasce dalla selezione delle migliori botti. Viene spillato per caduta e una coppia di serbatoi volanti lo trasferisce per gravità, dalle botti al serbatoio di assemblaggio. Servono almeno ulteriori 7 anni di affinamento sui lieviti per raggiungere l’armonia olfattiva e l’eccellente equilibrio gustativo” desiderato. E infine, cosa molto importante “dégorgement in assenza di ossigeno, utilizzando un sistema unico al mondo, ideato e brevettato da Ca’ del Bosco. Questo evita shock ossidativi e ulteriori aggiunte di solfiti”, tanto che l’anidride solforosa totale è inferiore a 50 milligrammi/litro (limite legale massimo: 185 milligrammi/litro).
Solo due grammi/litro gli zuccheri aggiunti, per un autentico gioiello della spumantistica metodo classico italiana, complesso negli aromi, dove prevalgono le note di agrumi, arancia in particolare, di ribes e lamponi maturi al punto giusto, una punta appena di fragola di bosco, venature di frutta secca, soprattutto nocciola più che mandorla, appena tostata, e poi un qualcosa che richiama le erbe aromatiche, a costituire un insieme compatto eppure fragrante e di assoluta freschezza, vivacizzata da nitidi accenni minerali.
Poi quando finalmente ci si sottrae alla malia di quel bouquet e ci si decide ad assaggiare, che meraviglia! E come trovare parole migliori di quelle del grande enologo di Cà del Bosco, Stefano Cappelli, che definisce questa riserva 2005 “perfetta combinazione tra eleganza, sapori e cremosità croccante. Stregante freschezza e vivacità assicurano un finale lunghissimo ed articolato”?
Presente il frutto, e come potrebbe essere diversamente in un Pinot nero in purezza (faccio notare questo dettaglio non secondario, soprattutto a quelli che pensano che si possa fare un grande rosé franciacortino con la percentuale risibile prevista dal disciplinare da rivedere assolutamente, uno striminzito 25%, e poi sottolineo che tutte le vigne sono ubicate nella piccola “capitale” della Franciacorta, Erbusco), succoso, polputo, goloso se volete, ma corredato da un nerbo acido scattante, da una calibrata acidità, da quantità di sale e ancora di mineralità, che equilibrano perfettamente la materia ricca e consistente, e rendono il vino freschissimo, elegante, pieno di energia, solo all’inizio di una corsa lunga che potrà renderlo se possibile ancora migliore dopo un’ulteriore permanenza in cantina nel silenzio, innocente, delle vostre cantine.
Lo so bene che per molti questo resterà un Franciacorta rosé da sogno, quasi inarrivabile. Ma poiché, also sprach ancora Cappelli, “un grande rosé non tutti lo possono fare”, è giusto così, che questo Franciacorta riserva Cuvée Annamaria Clementi resti un mito e una leggenda, un termine di riferimento. Un qualcosa, che se fosse stato prodotto in una certa zona vinicola francese, chiameremmo
Champagne cuvée de prestige, pronti a sborsare, senza battere ciglio, il prezzo cui uno Champagne del genere è venduto.
Noblesse oblige, è solo questione di tempo…
