Non se ne esce, no no. Signori, non potete dire di conoscere davvero il Taleggio se non provate il Taleggio Estivo di Daniele Segala. Assieme a Gigi Dolci, quello dei formaggi di Sant'Omobono Terme (ve l'abbiamo raccontato con dovizia, ricordate?), Segala è un nome da tener presente, nel campo del Taleggio.
Così come Gigi, nemmeno Daniele è un produttore. Daniele Segala, piccola statura, barba bionda da elfo del nord, sempre impeccabile con le sue camicie perfette e le sue cravatte rigorosamente targate Luca Roda (uno degli orgogli dell'eleganza bresciana, prediletto da Fausto Bertinotti come da George W. Bush), è un affinatore. E selezionatore. E cercatore. Anzi, soprattutto cercatore. Cercatore che cerca, trova e offre.
Rimarrete rapiti mettendo piede nella sua Fucina dei Sapori, a Prevalle (Brescia), un paesino della bassa Valsabbia che un tempo si chiamava Goglione, anzi Guiù, come ancora qualche vecchio signore usa dire. Nel 1610, un resoconto catastale censì in paese ben tre fucine di maniscalchi, dediti alla produzione di attrezzistica ferrosa. Oggi, proprio sulla via delle fucine, si apre una fucina moderna, una caverna delle meraviglie. Il negozio che non ti aspetti in un paesino che è poco più di una traccia sulla carta geografica. Suonate il campanello: Daniele vi aprirà e vi prenderà per mano, guidandovi in uno spazio addirittura stipato di ghiottonerie, in un ordine apparentemente casuale ma in realtà armonioso, accogliente, euritmico.
Nei banconi, salumi e formaggi. Volete fermarvi cinque minuti, e Daniele vi cattura per almeno un quarto d'ora a raccontarvi tutto. Ma certe cose, più che raccontate, vanno assaggiate. Come il Taleggio Estivo superstagionato, una cosa da orgasmo. Daniele ve lo taglia, ed è costretto a tenerlo fisicamente a bada: si squaglia con un'indolenza, una pigrizia, una noncuranza quasi provocatoria. Un Taleggio quasi liquido (ecco, nel “quasi” sta il segreto), frutto di un certosino affinamento. Del resto Daniele sa dove trovare le cantine migliori e più adatte all'uopo. E ben a ragione: un Taleggio che mantiene un sapore fresco, ma contemporaneamente dolce.
In ogni caso, questo non è l'unico picco del banco formaggi. Spicca, inevitabile, il Bagoss, anche lui rigorosamente del tipo estivo e d'alpeggio. E' bello confrontarlo con un altro grande seppur meno noto cacio bresciano, il Maniva, che origina dalla montagna omonima. Oppure, svariare sul peccaminoso Gorgonzola al cucchiaio, o finire su chicche francesi come il Brie des Meaux o l'erborinato al Sauternes.
Degli stessi Sauternes, Daniele ha un bell'assortimento. E in generale, di vini francesi e italiani: prosecco Colfòndo, Champagne di piccoli produttori, rossi provenzali, Valpolicella, Amarone. E una viziosa varietà di liquori, cordiali, distillati, grappe. Persino il Whisky giapponese troverete, qui. E poi i salumi: il prosciutto cotto del grande Pernigotti di Carezzano (Alessandria); il vero Jamón Ibérico; il lardo lombato; il salame d'oca giudaico friulano; il salame crudo fatto fare a un amico e stagionato un anno intero. A fianco, la pasta artigianale, i sottoli, l'olio, il cioccolato... Fate prima ad andarlo a trovare che a farci spiegare.
Un posto dov'è bello perdersi.