C'è stato un tempo in cui un'etichetta come questa aveva un sapore esotico e scatenava i sogni più erotici e proibiti nel birrofilo dell'era primordiale. Gli Stati Uniti, la terra promessa, il luogo dove tutto stava accadendo, dove si scriveva il contemporaneo e il futuro.
Poi è arrivato il giorno in cui hai preso un aereo e ci sei andato, in America, e le hai viste nel frigorifero della prima drogheria in cui sei entrato e ti sei emozionato. Dopo le hai viste anche in quello del benzinaio, della tavola calda, del supermercato, dello strip bar, del lavaggio a gettoni, della stazione dell'autobus... E ti è venuto come il sospetto che laggiù le cose non stavano proprio come ti eri immaginato, che la birra era un fenomeno di massa, che quella non era esattamente un'etichetta introvabile e quel birrificio non esattamente un microbo.
E alla fine, anni dopo, mentre sei al supermercato a fare la spesa, te la ritrovi sullo scaffale e al diavolo, finalmente la compri. Scoprendo la cosa più curiosa di tutta questa faccenda: non è manco una birra superluppolata tipicamente americana ma una Bière Blanche della tradizione belga, il
birrificio è specializzato in quello stile e quella etichetta assorbe la quasi totalità della produzione. E a te non è che le Blanche o Wit che dir si voglia facciano esattamente sballare...
La schiuma è bella e pannosa, ma dura un istante, poi collassa. L'aspetto è opalescente, come si conviene per lo stile, e di un dorato che si vena di arancio, piuttosto carico rispetto ad altre esempi paglierini. Emergono le dolcezze del miele di acacia, dell'arancia la cui buccia è prevista nella ricetta al posto di quella del più aspro curaçao, del coriandolo, spezia classica di questo stile, un floreale di camomilla, la banana del lievito. In bocca ancora dolcezza e soprattutto la morbidezza avvolgente dell'avena, dietro un'amaro appena abbozzato e la lieve freschezza del frumento.
Molto classica, ineccepibile ma un poco asettica, avara di cuore e di brillantezza. Stile belga, poco luppolato e rifermentato, più resistente ai maltrattamenti del viaggio e della grande distribuzione, non brilla di freschezza ma è in condizioni più che accettabili. Dignitosa, placherà con soddisfazione le arsure meno intransigenti.