Ricordo benissimo quando mi sono trasferita a Bologna per studiare e ho portato con me, nella classica valigia dell’immigrato, insieme a mozzarelle, salami, pacchi di pasta, una confezione di friselle: per mia madre erano la garanzia che non sarei morta di fame, giacché le frise si conservano a lungo, senza andare a male. In effetti, mi sono accorse in aiuto più volte proteggendomi dalla sregolatezza dei 20 anni e soprattutto permettendomi ogni volta di assistere a un piccolo show con gli ospiti ai quali le offrivo: per consumarle, la maggior parte delle friselle ha bisogno di essere bagnata (sponsata) per riacquistare una morbidezza che la renda masticabile. Mettere a mollo il pane non è un’abitudine culturale diffusa, e pertanto le persone provavano a: mordere la frisa da asciutta, romperla in tanti pezzettini, guardarla attonita aspettando che succedesse qualcosa. Era sempre molto divertente.