Risali fino alla bottega implosa di Di Matteo: che pare piccolissima ad entrare, poi s'apre come un
tesseratto. La pasta qui è bella fragrante, almeno per qualche minuto: poi il condimento robusto, pur nella normalità quotidiana e popolare della mozzarella a cubetti. Ma va via a suon di ganasce, e non s'affeziona allo stomaco.
Poi c'è Napoli e c'è il crepuscolo. E poi Napoli si fa scura, si fa notte, si ripiega e si trasforma: quasi evapora tra gli ultimi raggi che affettano i tetti, su.
Napoli si fa bella. E imprendibile. E io l'amo, perdutamente.