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Gault Millau, la guida definitiva

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Pubblicato il 14.01.2009
Passato il Col di Tenda t'assale la frenesia di confrontarti con la mitologica gastronomia transalpina, di cui hai un ricordo vecchio e muffo di non meno di dieci anni. E assieme, visto che le cartucce da sparare sono poche e i sudati europei accartocciati nella moneta di plastica pateticamente sparuti, non vorresti gettarli in avventure. Dunque t'infili di corsa nel primo Geant Casinò e t'alleggerisci della non indifferente somma di 29 per la giallissima guida ai restaurant eccetera eccetera eccetera. E' un tomo gigantesco: milletrecentodispari pagine. Un chilo e cinquanta di carta a bassa grammatura ancora profumato di inchiostro per l'edizione 2009. Dice: Les 5000 meilleures addresses a tous ler prix. 3500 sono ristoranti, ma non avrai cuore di contarli per controllare. Freneticamente inizi la consultazione, e hai subito un senso di familiarità: certo, non si scosta molto dalle guide nostrali, L'Espresso in particolare. Poi ti vien di dire che è fatta bene, molto bene: la cartografia ti consente subito di vedere quali sono i Locali della tua zona, e di che livello sono. Poi l'indice strettamente alfabetico ti porta subito alla pagina giusta. Ristoranti ed Hotel sono mescolati in ordine decrescente: passi, che i pittogrammi aiutano. C'è poi il solito armamentario di cuori occhi alberi ombrelli bicchierini e bicchieroni con cui puoi familiarizzare rapidamente. Il cuoco dell'anno, il sommelier della settimana e il lavastoviglie del giorno non manca. I giovani e i vecchi e i rampanti e i ponenti. Punteggio in ventesimi, alcune "icone" della ristorazione esentate dal Giudizio Universale: nemmeno la giallissima ha cuore di dare un punteggio a Bocuse, per dire, o alla Tour d'Argent. Però lo danno, eccome, a Marc Veyrat, che si porta via un bel 20/20 in splendida solitudine. Grande il numero dei locali medi, quelli che ti interessano per una cena con la famiglia: 30, 40 eurini e via. Non è che tu abbia tutta 'sta confidenza con il fransè scritto, e la lingua utilizzata è spumeggiante: ma il tono è sempre sereno, poco sussiegoso, mai cattedratico. Sia che parli di Alain Passard che racconti il familiale servizio del Jardin Vualà del Plume di St.Ampollion sur le Pluton. Ti ci trovi bene, e hai la sensazione di trovarti bene. Prenoti di qua e di là. L'affidabilità sui dati è elevata: menù e conti ai prezzi previsti. Nella tua esperienza, quella sulla valutazione locale al 50%: uno azzeccatissimo a 15/20 e uno sballatissimo a 13/20. Ma due prove non è statistica, il resto è fermeture annuelle. Non ostante, ti resta la sensazione che siano soldi ben spesi, che i racconti siano veritieri, che gli ispettori ispezionino, e anche per il tuo rudimentale fransè, c'è un certo piacere nella lettura. E quando chiudi la giallissima conservi l'idea che giuochino anche un po' ma non scherzino: ma che in fondo in fondo non si prendano troppo sul serio... "Ce n'est pas de la publicité mais une sélection engagée"

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