Arrivare a Firenze in una splendida giornata di novembre, in piena estate di San Martino è già un ottimo motivo per essere presente alla prima tra le Anteprime della stagione, quella del Chianti Rufina, DOCG alle porte della ex capitale del regno d'Italia. Proprio ai tempi del Granducato di Toscana risalgono le prime testimonianze che attestano la zona vitivinicola attorno a Firenze come una delle più vocate per la produzione di vini di qualità, e ancora oggi la tradizione si mantiene, grazie ad una invidiabile posizione e ad un'altitudine che ne fa la DOCG più alta della regione.
La presentazione dell'Annata 2010 e della Riserva 2009 è stata preceduta da una splendida serata organizzata dal Consorzio, con una degustazione guidata di una selezione di Riserve 2008, giocosamente "a confronto" - senza pretese di competizione - con alcune eccellenze della produzione di Pinot Nero dell'Ontario 2009. Ebbene si, arrivare a Firenze per scoprire che in Canada ed in particolare attorno al Lake Ontario, nell'area del Niagara (proprio quello delle cascate) si fanno ottimi vini "di freddo" tra cui Riesling e Pinot Nero. E se apparentemente potrebbe sembrare azzardato un percorso di degustazione con due denominazioni così fisicamente lontane, in realtà il paragone tra sangiovese "Rufina" e pinot nero "Ontario" ha stimolato delle interessanti riflessioni in tema di caratteristiche del vitigno e legame con il territorio d'origine, anche grazie agli spunti geografici e microclimatici evidenziati dai due "padrini" Ian d'Agata e Lorenzo Mariani, presidente del Consorzio.
Conclusa la parte "ludica" si comincia presto la mattina "a fare sul serio": una panoramica di 14 annate 2010 e 15 Riserva 2009, in una degustazione che ha fatto emergere come il sangiovese si esprima in forme diverse a seconda sì dell'annata, e quindi di condizioni "estrinseche" al produttore, ma anche e soprattutto a seconda delle scelte fatte dalla sensibilità per la vigna di chi con questa terra ha un legame profondo.
In sintesi si può dire che l'annata 2010 sia stata piuttosto complessa, con piogge estreme ad inizio giugno come già avvenne nel 2002 che hanno condizionato il periodo della vegetazione, seguite da mesi estivi un po' più equilibrati. Nella batteria di Annata sono emersi i vini che hanno tenuto tratti magari meno marcati in termini di struttura ed alcolicità, a favore di una maggiore eleganza. La Riserva 2009 invece viene definita all'unanimità una vendemmia da manuale: clima mite, positivo e regolare, con buone escursioni termiche in tutto il finale di stagione che hanno consentito il raggiungimento di maturazioni perfette a fronte di acidità ancora sostenute, specie per chi ha vendemmiato ad ottobre inoltrato.
Pur separando gli assaggi partendo dalle Annate 2010 e proseguendo poi con le Riserve 2009, la mia personale classifica ha evidenziato una sostanziale assonanza nelle preferenze, facendo emergere quei produttori che hanno probabilmente assecondato meglio il carattere capriccioso del sangiovese in un territorio con grandi differenze da nord a sud in termini di espressione di acidità e potenza.
Frascole - Chianti Rufina 2010: colore splendente, frutto croccante, ciliegia lievemente sotto spirito, pino marittimo e macchia tra le note vegetali di freschezza. Trama tannica fitta ma gentile,un pizzico di sale espressione di finezza. Scopro dopo, parlando col produttore Enrico Lippi, che si è già deciso di non fare la Riserva per via dell'annata difficile, facendo confluire nell'annata tutta la selezione accurata delle migliori uve (regime biologico da anni e quindi più danneggiate dalla peronospora delle piogge). Riserva 2009: un corpo più solido già dal rosso nel calice, anche se sempre luminoso, una precisa katana a segnare l'acidità che affila i profumi floreali, frutti di bosco dal rosso al blu aggrappati a tannini più consistenti ma armonici, e un finale minerale notevole.
I Veroni - Chianti Rufina 2010: trasparenze seducenti per base sangiovese con un po' di canaiolo nero, floreale di rose e piccole fragoline selvatiche, sorso lieve ma non meno intenso in un melodioso equilibrio di acidità, alcolicità e tannino. Riserva 2009: una ventennale vigna di solo sangiovese fa ritrovare i tratti stilistici dell'azienda, giocati su sottili precisioni e eleganze di classe, ma con succosità più convinta. Le amarene più polpose, le lievi speziature, un senso di appagamento nel sorso dato da freschezze e punte minerali, il tannino setoso e conturbante.
Castello del Trebbio - Lastricato Chianti Rufina Riserva 2009: una nota più polverosa e floreale, ma di cipria e fiori fragranti, sorso minerale e quasi salino sulle labbra, ondata di freschezza oceanica e tannino ordinato ma piacevolmente incisivo.
Podere Il Pozzo - Riserva 2009: un primo spunto di geranio e rovo, a seguire visciole sotto spirito e qualche pepatura, un tannino più infiltrante che dà quella marcia in più al sorso più giocato sulle consistenze.