Di questo dolce squisito non si è mai stanchi. Per questo le sue varianti sono innumerevoli: queste sono tra le nostre preferite.
Ricetta giapponese a base di maiale, riso e curry, in Italia è diventata molto popolare online a causa del modo in cui si pronuncia: qui ve la raccontiamo, cercando di restare seri.
È un piatto ma non è solo un piatto: è anche un fenomeno di Internet, un tormentone, un meme, una di quelle cose da social che se non le conosci ti senti tagliato fuori. Però è prima di tutto una ricetta tipica della cucina giapponese: stiamo parlando del Katsukarē, noto anche come Katsu Curry, una specie di cotoletta accompagnata con riso e curry. Nell’ultimo anno ha conosciuto una crescente popolarità, appunto grazie al suo essere diventato un fenomeno della Rete, ma in Italia se ne sa ancora poco: qui rispondiamo alle 5 curiosità più diffuse su questo cibo.
Vanno bene entrambi i termini: il primo nome è la traslitterazione dei kanji giapponesi (gli ideogrammi) che vanno a comporre l’espressione Katsu Curry, che è quella più usata nel Paese d’origine: si chiama così perché è generalmente una cotoletta di maiale impanata (tonkatsu) accompagnata da riso e curry.
Leggenda vuole che le origini del piatto risalgano al 1948. Shigeru Chiba, un giocatore di baseball dei Tokyo Giants, entrò in un ristorante di Ginza prima di una partita importante: voleva qualcosa che gli desse energia e pretese che gli aggiungessero una porzione di tonkatsu al suo piatto di riso e curry. Come si dice, il resto è storia: il ristorante esiste ancora, si chiama Ginza Swiss, fa cucina yōshoku (giapponese ma ispirata agli usi occidentali) e ovviamente ha ancora il Katsu Curry in menu.
Gli ingredienti fondamentali che vanno a comporre il piatto sono 3: la cotoletta di maiale impanata, il riso e il curry (giapponese, più delicato e dolce rispetto a quello cui siamo abituati noi), che si preparano separatamente e poi si uniscono prima di servire. Il Katsu Curry è molto sostanzioso e viene generalmente servito come piatto unico, o comunque come piatto principale: visto che la pronuncia della parola katsu ricorda il termine giapponese che significa vincere, è tradizione mangiarlo prima di un evento importante, come un esame, un colloquio di lavoro, una gara. Oppure una partita di baseball.
Sono soprattutto 3: con la cotoletta di maiale sostituita da quella di pollo o di pesce (di solito pesce bianco), oppure vegana, a base di tofu impanato. È però interessante notare che il Katsu Curry è a sua volta una variante di una famiglia amplissima di piatti, quella dei Donburi, che sono scodelle (don) di pesce, carne, verdure o altri ingredienti, lasciati bollire insieme e serviti sul riso. Fra i Donburi, il più noto è il Katsudon: la base è sempre la cotoletta di maiale, abbinata però a uova crude e riso. Nel Katsukarē, come si capisce, c’è il curry al posto delle uova.
Soprattutto in Italia, la popolarità del Katsu Curry si comprende provando a pronunciare il nome del piatto ad alta voce (magari non in mezzo ad altre persone): quell’assonanza con una nostra espressione gergale e non proprio elegante ha generato online innumerevoli gif, meme, foto, clip video e audio e sfottò. Solo su TikTok, l’hashtag #katsucurry ha 51 milioni di visualizzazioni e il meno garbato #kazzocorri sfiora quota 11 milioni. Il punto di partenza è sempre lo stesso: un piatto di Katsu Curry (probabilmente di pesce) e una ragazza giapponese che lo mostra alla telecamera, ne dice il nome e scatena ilarità e battute. Di tutti tranne che della ragazza, presumibilmente.
@samuelerea__ #stitch con @doobydobap Soprattutto ma che katsu vuoi😑 #ironia #humor #katsucurry #cazzoneso #checazzovuoi ♬ suono originale - Samuele Rea
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