Ci si mette d'impegno e da più di una generazione e più di due, la famiglia D'Uva, a tributare al proprio cognome tutta l'epica predestinazione: perchè di vino, ma sopra tutto d'uva si occupa. In particolar modo meritoria è l'attenzione per la Tintilia, vitigno che ha rischiato come molti altri al Nord, al Centro e al Sud un prematura e quanto mai esecrabile estinzione a favore di cloni meno micragnosi.
Perchè Tintilia ha un suo carattere, e la vinificazione richiede attenzione e determinazione.
A Cantine D'Uva hanno reimpiantato i vigneti, e dedicato a questo vitigno un'operazione di recupero non certo all'insegna di una sterile e nostalgica ricorsa del bel tempo andato ma per una precisa scelta.
Non a caso il Tintilia di D'Uva è apprezzato all'estero.
Soprende piacevolmente sapere che
"la Tintilia 2005 ha ottenuto la menzione speciale all'interno del Japan Wine Challenge, lundicesima edizione di un concorso enologico che si tenuto a Tokyo dal 9 all'11 luglio 2008, che si propone di mettere in evidenza le eccellenze enologiche di tutto il mondo, valutate da una giuria di esperti internazionale" e che poco prima
"ha ricevuto la medaglia dargento da parte della giuria della nona edizione del Trunkfest, il salone internazionale del vino di alta qualità che si è tenuto dal 22 al 24 giugno scorso a Bratislava, Slovacchia."
Visto che molto spesso si è confuso il gusto
internazionale con una ricerca esaperata della piacevolezza in barba alla specificità, alla peculiarità dei vitigni e dei territori di cui l'enologia italiana è incomparabilmente ricca,
AdG prima di parlarne
l'ha perciò assaggiato: con risultato convincente.
Fonte: Studio Press - Gabriella Manerba Milano
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