Le considerazioni sul buon esito della partecipazione ad una manifestazione, non possono prescindere dal dare un'occhiata alla lista degli obiettivi che mi ero dato quando avevo deciso che “sì! quest'anno Identità Golose, si-può-fa-re! (cit.)”.
Quest'anno infatti, dopo un paio di sopralluoghi effettuati durante le precedenti edizioni, adottando la supercollaudata tecnica del Parassita-Marketing ™ , ho deciso che i tempi erano maturi per una partecipazione ufficiale.
Aldilà dell'innegabile soddisfazione del proprio ego, saziato dal semplice fatto di presenziare ad una manifestazione importante, ci devono essere anche finalità un po' più “razionali” da prendere in considerazione. Finalità che variano sicuramente da azienda ad azienda, dall'approccio e dalla visione che ognuno ha e dalle aspettative che si possono far ricadere su eventi di questo tipo.
Penso che negli anni, in modo particolare per questa “nicchia” di settore, le aspettative devono per forza essere cambiate. Se un tempo ci si aspettava (e forse ad eventi come il Cibus, tanto per dire, ancora ci si aspetta) di tornare a casa con la copia commissioni piena di ordini, oggi in realtà di ordini direttamente in fiera non se ne parla neanche.
E non solo per realtà microscopiche come la nostra, ma anche per quelle ben più grandi e strutturate.
Penso che le finalità oggi siano quelle di posizionamento, visibiltà mirata e RELAZIONE. Mi accorgo sempre di più che è SOLO (e non esagero) grazie a questo elemento, la RELAZIONE, che le nostre piccolissime azienducole riescono a stare in piedi ed andare avanti. Quando hai pacchi di poesia da vendere e appena citi un prezzo, il tuo interlocutore rischia un attacco cardiaco, c'è solo un modo per oltrepassare l'ostacolo e fare in modo che si concentri sulla qualità (che deve essere tangibilmente superiore) e creda ed investa su di questa... la relazione. Con lui, con altri che lui conosce, di cui si fida, etc...
E questa cosa è ancora più pazzesca se si pensa che per una grande azienda, spendere migliaia di euro è solletico e per noi è una lacerazione profonda. Perchè, di fatto, se l'obiettivo è creare o saldare una relazione, il risultato è veramente “intangibile”, non-misurabile. E in più, la relazione si trasforma in ordine dopo tanto tempo. Forse.
Una scelta masochista insomma.
Ma quali erano gli obiettivi, a parte quelli “relazionali”, che mi ero dato?
Generici
- rivedere i clienti
- creare nuovi contatti che poi magari si trasformino in clienti
Specifici:
-prima uscita ufficiale degli
Amici Acidi (testare così il nostro funzionamento assieme + diffondere il messaggio, il nostro intento...acido)
-conseguente presentazione della nuova linea di aceti di vino (e di Birra!) a lentissimissima ossidazione
Perchè IG e non altri? Come abbiamo partecipato? Identità Golose ad oggi è l'evento che catalizza gli operatori, gli opinion-leader, gioranlisti, tutti gli “aventi parte” senza però trasformarsi in un mercato aperto a tutti e selezionando fortemente all'ingresso (facendo il paragone con altre manifestazioni). E tutto questo in un tempo e luogo fisico determinato. Una pacchia. Un po' come quando la finanza va a colpo sicuro a Cortina :-)
Una volta questa platea era interessante allo stesso modo al Merano Wine Festival (e infatti quest'anno lo troviamo a Milano), al Taste (ancora alla ribalta ma con troppo pubblico). Vogliamo parlare del Cibus o del Salone del Gusto? Sarei curioso di sapere cosa ne pensano i piccoli produttori...
Per le fortune di cui gode allo stato attuale, IG è una fiera cara. Molto cara. Si è però trovato la possibilità di partecipare collettivamente con un gruppo di produttori costituendo l'AR&A e c'è da riconoscere la lungimiranza dell'organizzazione che ha sacrificato in parte l'introito per poterci far partecipare. E comunque non ci soffermiamo su analisi di costo cada/cmq che vanno fatte (e in questo senso la fiera rimane cara) ma non hanno senso rispetto agli obiettivi. L'importante era mettere un piede dentro ufficialmente ed evitare i limiti insiti nel parassita-marketing-system™.
Insomma, contento di questa fiera? Ad oggi molto, sono un ragazzo di poche pretese, si rivedono gli amici, si fa un po' i fenomeni spruzzando in bocca nebulizzazioni di aceti per vedere le reazioni (tra l'altro su questo aspetto è andata molto ma molto meglio di quello che mi immaginassi … gli unici occhi dai quali ho visto uscire sofferenza mista odio sono stati quelli del caporedattore-proprietario del presente Blog :-) e possiamo dire di aver raggiunto in toto i primi due obiettivi.
L'idea degli Amici Acidi è passata, ben 2 secondi sul Tg1 “terra e sapori”, giornalisti molto interessati. Idem gli aceti di vino per clienti, effettivi e potenziali, già qualche ordine è scattato, complice il prezzo competitivo.
I blogger? Un'infinità!
Le relazioni? Si sono nutrite come è giusto che sia, in attesa che portino i loro frutti. Forse.