Un giorno scriveremo un trattato, e lo chiameremo “Innamorarsi del Fiano – cure e rimedi”. Almeno questa era l’idea prima di averlo assaggiato in versione spumosa: figuriamoci adesso.
Questo spumante di Ciro Picariello rifermentato in bottiglia presumibilmente senza sboccatura (almeno così leggiamo, anche se nel nostro bicchiere era limpido come acqua di sorgente) ci ha rapito. Giallo dorato, con un profumo aperto, immediato, senza fronzoli, di susina gialla, pomodori verdi, latte, gelato alla nocciola, con una nota di rifermentazione molto misurata e un palato voluminoso, ricchissimo, molto saporito senza essere particolarmente aspro. Ma l’aspetto che colpisce maggiormente è la spontaneità di esecuzione, molto, molto - ripetiamo - molto rara da trovare in spumanti metodo classico. Il tutto senza rustiche cadute di stile. Anche se di certo parliamo di una bolla che non ha nella gradualità delle sensazioni e nella armonia le carte migliori - e non avrebbe nemmeno senso cercarle qui.
Nonostante cotanta uva e cotanto territorio (siamo nel cuore della eccezionale, straordinaria Irpinia vinicola) di provenienza, ci permettiamo di suggerire un consumo immediato. O forse è meglio attendere la nota di affumicatura che presumibilmente metterà su restandosene in vetro.
Circa 25 €: non poche, ma sarete parecchio felici.