Di Marsala, ma vietato chiamarlo: per quelle norme che allietano i monastici stomaci dei burocrati e ingrifano quelli capàci dei gaudenti.
Ma allora quel colore del cognac, trattenuto sul vetro da lacrime microscopiche. Lente. Naso sconfinato, di cosmica vastità, misurato da microtoni.
L'intera gamma della pasticceria, l'intera gamma dei prodotti da forno, l'intera gamma delle frutta secche, ed ancora cerchi ed ancora trovi. Per dire, cose di latteria, e poi cose di caminetto, e una piccola citazione per il burro.
Poi c'è questo assaggio dolceforte, che non ha nulla di zuccherino: ma una forza rara, che è quella di racchiudere la potenza nella luce. Un'eleganza stretta che va accolta più che attesa.
Una sensazione che subito pare untuosa, che s'asciuga in un brivido alcoolico vibrante. Interminabile.
Un bicchiere che basta a se stesso.