Quindi per la tutela del consumatore, non possiamo scrivere niente in etichetta. Ritornando dal pronto soccorso dove ti sei fatto curare per l'involontaria, esilarante demenza delle norme denominazionali dei nostri principi della burocrazia, traffichi con la copertura in cera d'api della bottiglia e versi senza esitazione un bicchiere di liquido nebbioso, dorato con righe nerogrige, privo di ogni velleità viscosa. Niente di niente, dice: solo succo fermentato d'uve Zibibbo, banda Menfi laggiù in Sicilia.
Vino arcano, che racconta di tocchi mentolati, pensa un po': e di macchia. Delicatamente, senza fretta, attendere il sorso, che invece è una colata di sole liquido. Dei 12 gradi resta solo l'idea di un bicchiere che si svuota più rapidamente di quanto impieghi e riempirlo: che aggrappa l'attacco ad una buccia di limone, il mezzo ad una mandorla, il finale ad una caramella piperita.
Dovessi dirne con un'analogia: spumante, ma senza bolle.